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Otto e mezzo, Di Maio raggiunto dalla notizia di Conte e Siri: "Spero che non si voti". L'ombra della crisi

Giulio Bucchi
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"Mi auguro che non ci sia un voto". Luigi Di Maio è in studio da Lilli Gruber per registrare Otto e mezzo su La7 quando apprende che Giuseppe Conte presenterà nel prossimo CdM, l'8 o 9 maggio, la revoca della deleghe del sottosegretario leghista alle infrastrutture Armando Siri, indagato per corruzione. Di fatto, anche se è lo stesso Conte a scongiurare i grillini di non prenderla così, è una vittoria politica per il Movimento 5 Stelle, che da settimane invoca le dimissioni di Siri. Matteo Salvini, però, non pare ancora convinto e fino a poche ore fa chiedeva indirettamente al premier di aspettare almeno 15 giorni prima di prendere una decisione sul suo sottosegretario, dandogli il tempo di parlare con i magistrati inquirenti.  Leggi anche: "In una democrazia, di solito...". Salvini, Conte e le dimissioni di Siri: qua si mette male Non è ancora certo, insomma, che Lega e M5s possano raggiungere una intesa "pacifica" senza esporre il governo a nuove turbolenze pericolose nei prossimi giorni. Il caso Siri, spiega Di Maio dalla Gruber, era "un problema che si poteva risolvere giorni fa con una iniziativa del singolo senza coinvolgere il vertice del governo". Detto questo, aggiunge il vicepremier grillino, "conosco la Lega e Matteo Salvini, sono persone di buonsenso e intelligenti: aprire una crisi di governo per un sottosegretario accusato di corruzione non sarebbe una mossa giusta. Spero che non si arrivi a nessun voto in Cdm, ma nel caso M5s voterebbe contro". E la Lega è disposta a fare altrettanto?

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