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Matteo Salvini, Bechis svela i numeri sull'immigrazione che nessuno vuol scrivere: il documento

Gino Coala
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Il chiasso delle accuse contro Matteo Salvini che si è sollevato dopo l'ultimo sbarco di una nave ong, in questo caso la Sea Watch3 e i 47 disperati recuperati dagli scafisti che li trasportavano, ha fatto letteralmente sparire dalle prime, e successive, pagine di quotidiani e siti il lavoro sempre più fitto che il Viminale sta mettendo in piedi negli ultimi tempi per creare corridoi umanitari con la Libia. Un lavoro, sottolinea Franco Bechis sul Tempo, che Salvini sta portando avanti con la Cei, la Comunità di Sant'Egidio e anche l'Unione delle chiese evangeliche, concentrato sul trasporto di profughi da Tripoli e Misurata a bordo di voli diretti. Leggi anche: Sea Watch, Becchi svela l'autogol della magistratura sui migranti: il sospetto elettorale sui pm I numeri che spesso si tende a silenziare sull'attività umanitaria del Viminale parlano chiaro. Finora le persone accolte, cioè rifugiati e coperti da protezione umanitaria, sono oltre 300, tutti ospitati in strutture apposite. Sono oltre 300 casi in cui l'Italia e quel razzistissimo di Salvini ha aperto le porte a chi davvero scappa da guerra e persecuzioni. Di certo ben più dei casi spettacolari promossi dalla Ong di turno a favore di telecamere. Di falsità sull'attività del Viminale ce ne sono sempre di più man mano che si avvicina la data del voto. Una tra tutte è quella che voleva il capo del dipartimento dell'Immigrazione del Viminale, il prefetto Gerarda Pantalone, aveva sollevato le proteste dei grillini appena era stata nominata. E intanto l'ultimo atto ministeriale firmato dalla dott.ssa Pantalone del 3 maggio scorso segna l'apertura di un protocollo d'intesa per "l'apertura di corridoi umanitari" per accogliere in Italia 600 rifugiati provenienti dall'Etiopia, Giordania e Niger. Persone che si aggiungono ai 147 dalla Somalia accolti ad aprile. Un atto d'accordo con la Cei e la Comunità di Sant'Egidio, oltre naturalmente a quel cattivo di Salvini.

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