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Pd dilaniato dalle faide sul caso Lotti. I renziani tentati dalla scissione

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Cristina Agostini
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E' ormai un partito dilaniato dalle faide il Pd. Il caso di Luca Lotti coinvolto nello scandalo delle Procure ha fatto saltare anche quel poco di unità che era stata ritrovata con Nicola Zingaretti. Il quale parla di "nobile gesto" per la sua autosospensione. Ma, riporta il Giorno in un retroscena, a molti non basta. Non basta a Carlo Calenda e non basta a Massimo Cacciari che vogliono che venga defenestrato dal partito. Leggi anche: "Mi basta mandare un sms". Lotti si vantava, Mattarella lo inchioda: "Millantatore" In questo scenario i renziani sono indignati. Malpezzi, Morani, Paita, Parrini, gonfiano le agenzie di stampa di comunicati di solidarietà. "Salvini si è dimostrato, con i suoi, più garantista di Zingaretti", dicono in molti. "Il Pd non può essere un partito garantista a fasi alterne", dice Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, "il Pd deve aprire una discussione sul rapporto tra politica e giustizia". Oggi 15 giugno ad Assisi, l'assemblea nazionale dei 'turbo-renziani'. Al momento i renziani, più che minacciare, per ora, scissioni, temono che, quando ci saranno nuove elezioni politiche, Zingaretti li epuri, togliendoli dalle liste elettorali.  

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