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Mario Borghezio e Savoini. "Soldato della Lega, non lo mollo. Gli ho detto: trovati il miglior avvocato"

Giulio Bucchi
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"Il Savo è un mio vecchio amico, non lo mollo". Mario Borghezio, leghista duro e puro della prima ora, dice la sua su Gianluca Savoini, l'ex portavoce di Matteo Salvini coinvolto da un audio a Mosca nell'inchiesta su presunti (e mai arrivati) finanziamenti russi al Carroccio. E al Corriere della Sera l'ex europarlamentare lo definisce "un soldato della Lega". Salvini, però, l'ha scaricato: non ha nessun incarico ufficiale nel partito. "Si può capire una certa prudenza davanti a un'inchiesta che sembra una spy story - spiega Borghezio -. La linea ufficiale della Lega, non sappiamo nulla, è comprensibile. Prudenza doverosa da parte di chi ha responsabilità nel governo, visto il tentativo pesante di montatura indirizzata a colpire Salvini attraverso una persona facilmente identificabile come a lui vicina. Se io che presiedo la fondazione federalista faccio una caz*** non è che questo implichi responsabilità dirette di Salvini". Leggi anche: "Può arrivare dell'altro". Salvini, l'inquietudine della Lega su Russia e pm Di sicuro, però, Savoini non è un mestatore: "Si era guadagnato la stima della Russia. Lo consideravano un amico, interlocutore affidabile. Ma la prova assoluta che tutto fosse alla luce del sole è che in questa stagione le casse della Lega sono vuote". Però, conclude Borghezio, "Savoini è onesto, ha la schiena dritta e non ha nulla da temere, ma conoscendo i giudici di Milano gli ho consigliato di trovarsi il migliore avvocato, perché la questione è grossa".

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