Cerca
Logo
Cerca
+

Tony Iwobi: "Alle prossime elezioni vedrete altri leghisti neri. Salvini è il politico che ha fatto di più"

Esplora:

Caterina Spinelli
  • a
  • a
  • a

«Ho da fare amico mio, ho da fare. Sono pieno di impegni». Come, senatore Iwobi, lo sanno tutti che i parlamentari non fanno nulla. «Ma io sono un parlamentare leghista, seguo le orme di Salvini, quando non sono a Palazzo Madama, sono in giro sul territorio». Dicono tutti così «Guardi che per me l' elezione non è stata come vincere alla lotteria. Ho lasciato ai miei soci l' azienda che ho fondato nel 2011, la Data Communications Labs srl, per dedicarmi unicamente alla politica. Non c' è altro modo per farla». E che ruolo ha nella Lega? «Oltre a essere un militante, e quindi impegnato come tutti nell' opera di proselitismo, dal 2014 Matteo Salvini mi ha nominato responsabile dell' immigrazione per la Lega». Quindi è lei l' ispiratore della politica di Salvini in materia, nonché il primo responsabile se dicono che il ministro è un razzista? «Salvini si ispira da solo, con grande coraggio e dedizione. Inizialmente noi ci confrontavamo, ma non mi prendo meriti non miei: la politica migratoria della Lega la decide lui, e mi sembra con un certo successo. Anche se le confesso che i decreti sicurezza 1 e 2 contengono diversi articoli che provengono dagli studi del mio tavolo tecnico, e di questo vado fiero, per il mio partito e per il bene dell' Italia». Dicono che il ministro odia gli immigrati, lei che ne pensa? «Ci sono tre macro tipologie di immigrati: quelli regolari, i rifugiati e quelli irregolari, i quali sono nelle mani dei mercanti di uomini in mare e degli sfruttatori a terra, nei cosiddetti lager, dove vengono sfruttati per pochi euro proprio perché sono privi di documenti. Matteo è il politico italiano che più ha fatto per i profughi, salvando molte vite in mare grazie alla riduzione delle partenze, e per gli irregolari, battendosi contro l' iilegalità». Però proprio la settimana scorsa ci sarebbe stato un nauftagio con decine di morti... «Coloro che hanno perso la vita tre giorni fa devono ringraziare chi li ha illusi. Dopo la performance della capitana Carola i barconi sono tornati alla grande, e con essi i morti». E per gli immigrati regolari il ministro cos' ha fatto? «Gli immigrati regolari chiedono immigrazione regolare e lotta alla clandestinità, perché gli irregolari sono costretti a delinquere rovinando l' immagine di tutti a prescindere, anche di chi lavora contribuendo allo sviluppo socio-economico del Paese ospitante. L' illegalità è nemica dell' integrazione anche di chi è già riuscito a diventare cittadino italiano». Dicono che Salvini sia razzista «Spiegatemi allora cos' è il razzismo: se tutelare la sicurezza, i confini, la cultura e le tradizioni del proprio popolo è razzista, allora forse Salvini è razzista, ma io non la penso così. Vogliono fare dell' Italia uno strano Paese, l' unico dove ci sono partiti che non hanno rispetto dei confini nazionali e anzi cercano di abolirli». Cosa pensa della politica dei blocchi in mare, che impedisce lo sbarco a navi delle ong cariche di profughi? «Non è fine a se stessa: punta a chiamando alla propria responsabilità e collaborazione l' Unione Europea». Da qualche giorno c' è una nave della Finanza con oltre cento profughi a cui il ministro vieta di scendere a terra... «Chi critica Salvini su questo non capisce nulla di immigrazione: o non ha rispetto per il Paese o mente sapendo di mentire. La pessima politica del Pd negli scorsi anni ha provocato circa 14mila morti in mare e l' accoglienza indiscriminata ha alimentato in Italia l' economia sommersa, mettendo in difficoltà milioni di migranti regolari integrati nel tessuto sociale del nostro Paese. Il ministro dell' Interno con i blocchi navali ha fatto capire all' Europa che il problema migrazioni non è solo italiano ma appartiene all' intera umanità e di conseguenza va affrontato da tutti, non solo dai Paesi più vicini alle coste dell' Africa». Tony Iwobi, nato 64 anni fa nel nord-ovest della Nigeria da famiglia cattolica, è il primo senatore di colore nella storia della Repubblica Italiana e il destino, che ama giocare, ma soprattutto se ne infischia delle accuse di razzismo e xenofobia e di chi le muove, ha voluto che fosse leghista. Tony non è una figurina raccattata all' ultimo momento, alla maniera veltroniana, perché tornava comodo avere l' africano in lista. Lui è leghista dal 1993, e poco dopo venne eletto consigliere comunale nella sua Spirano, provincia di Bergamo. «Sono salito sul Carroccio negli anni Novanta, attirato dal progetto federalista di Bossi» spiega. «La mia Nigeria, (il cosiddetto terzo mondo) è una nazione federalista per eccellenza, dove l' autonomia regionale ha risolto molteplici problemi socio-politici. Perché non applicare tale sistema qui in Italia (nel supposto primo mondo) mi sono chiesto quando mi sono iscritto alla Lega?».Tony è il simbolo di tutto quello che la sinistra non capirà mai, e lui su questo gioca da maestro. attacca: «È che parlano di Africa secondo i loro schemi ideologici ma sono incapaci di ascoltarla. Non sanno che nel mio continente d' origine ciò che sta avvenendo in Italia negli ultimi anni viene definito "tratta di esseri umani". Io lo chiameri invece con il suo nome più autentico, schiavismo moderno». La differenza è che oggi i neri lasciano spontaneamente l' Africa... «La maggioranza delle persone nei campi libici è stata illusa, indotta a partire per ingrassare mercanti di esseri umani e organizzazioni umanitarie che speculano sui profughi». Anche una parte della Chiesa però è per l' accoglienza diffusa: pure i preti hanno un progetto politico? «Quando la Chiesa invita all' accoglienza, e a questo tipo di immigrazione, lancia un messaggio devastante: spinge decine di migliaia di persone a mettersi in viaggio verso un destino disperato. Ma di quale Chiesa parliamo poi? Molti vescovi africani hanno fatto appelli all' Europa perché si impegni a non lasciare depredare l' Africa delle proprie forze, spingendo i giovani a intraprendere un viaggio carico di false speranze per poi abbandonarli al loro destino di povertà e disperazione. Una parte della stessa Chiesa invece spinge per l' immigrazione di massa nel nome dell' accoglienza, ma non spiega poi come gestirla». Se fossi di sinistra io le chiederei: perché lei, che è un immigrato, vuole impedire ai suoi connazionali di seguire le sue orme? «Amico mio, come le dicevo ci sono tanti tipi di immigrati. Io sono venuto in Italia nel 1977 con un visto regolare e con un obbiettivo preciso. Volevo fare un' esperienza e tornarmene in Nigeria, poi ho incontrato l' anima gemella in Italia, ho avuto due figli e ho dovuto rivoluzionare la mia vita. L' immigrazione va bene, ma va regolamentata ed è il compito della politica regolamentarla, in quanto appartiene all' umanità e di conseguenza nessuno potrà mai fermarla. Ricordo che per tanti anni dal mio arrivo, ogni sei mesi venivano le forze dell' ordine della mia provincia a fare dei controlli. Altri tempi. Allora chi faceva rispettare le regole e i confini dello Stato non veniva chiamato razzisa». Ma lei alla fine è contrario o favorevole all' immigrazione? «La maggioranza degli africani non vorrebbe emigrare. L' Occidente, con le colonie, ha già depredato l' Africa delle sue risorse naturali. L' Italia è stato il solo Paese a investire sui propri territori d' oltremare, mentre gli altri si preoccupavano solo di impossessarsi e gestire le risorse del continente. Ora, dopo lo spoglio materiale, stiamo assistendo a quello delle risorse umane». Ha un suo progetto specifico? «Certo, la mia recente proposta di legge per aiutare l' africa è già depositata e presto la presenterò in Senato "Aiutiamoli ad aiutarsi"». Un titolo preso direttamente dalla campagna elettorale? «Se lo si intende come uno slogan, può sembrare negativo. Invece è un progetto che mira a non gettare al vento i soldi della solidarietà per l' Africa, come invece capita oggi». Come funziona? «Si attiva un canale telematico di donazione nei supermercati e nei centri commerciali e si fanno accordi con gli Stati di provenienza degli immigrati perché il denaro raccolto sia vincolato a progetti prestabiliti, in modo che chi dona sappia dove finiscono e a cosa sono finalizzati i suoi soldi. Questo non vuol dire che l' Africa abbia bisogno di carità, niente affatto, l' Africa ha bisogno di essere lasciata libera di autosvilupparsi in collaborazione con il mondo occidentale». Gli immigrati non le danno del traditore perché si è candidato con la Lega? «Guardi, al prossimo Parlamento non sarò solo. Ci saranno altri immigrati nelle file della Lega». Adesso l' ha sparata grossa «Come le ho detto, sto incontrando moltissimi immigrati sul territorio che nutrono ammirazione per Matteo Salvini. Sono in tanti a essersi avvicinati e iscritti alla Lega». Cosa cercano? «Sicurezza, taglio delle tasse, legalità, giustizia, orgoglio nazionale, stop alla clandestinità. La musica è cambiata, tanti hanno capito che la Lega non ce l' ha con gli africani, ma li tutela». Perché la si vede poco in tv, i conduttori televisivi sono di sinistra e non la cercano? «Per la verità sono anch' io che ho tirato il freno a mano. Sono pacato e razionale, cosa ci faccio in tv, dove ha parola solo chi urla di più? E poi, normalmente, quando in tv esprimi concetti scomodi, ti tagliano. Non ti fanno dire la verità, tantomeno proporre soluzioni che vadano al di là degli schemi ideologici che gli autori hanno in testa. Per questo alla fine mi sono stufato. Per fortuna, non in tutte le trasmissioni televisive capita questo». La usavano un po' come una curiosità da esibire, il nero leghista? «E la mosca bianca è una parte che non intendo recitare». Il boom della Lega è dovuto essenzialmente all' azione del ministro dell' Interno contro l' immigrazione irregolare? «Sarebbe riduttivo limitarlo a questo. La Lega è cresciuta perché, come provat anche nella lotta alla clandestinità, agisce con coerenza, fa quello che promette e ha dimostrato di avere a cuore l' interesse degli italiani». Nel senso che vinta quella battaglia le altre vengono da sé? «È vero. L' immigrazione è stata un po' come la battaglia di Stalingrado. La sinistra non aveva soluzioni per affrontare l' esodo dall' Africa e dal Medio Oriente sconvolti dall' Isis e dalle guerre in Libia e ha provato a convincere gli italiani che le migrazioni fossero un fenomeno non arginabile, di fronte al quale ci si poteva solo arrendere. Incapaci di controllarlo, hanno tentato di far credere alle persone che ricevere centinaia di migliaia di profughi l' anno senza sapere dove metterli e cosa fargli fare fosse una manna dal cielo. Diventato ministro, Salvini ha dimostrato che erano tutte balle, l' esodo si poteva contrastare e regolare e non era inevitabile avere migliaia di migranti a zonzo per le nostre città sovvenzionati dalle diarie delle ong». E quindi? «Così si è conquistato la fiducia degli italiani e grazie a essa ora lancia la sfida su autonomia e taglio tasse». Mi sta dicendo che questo governo dura? «Penso che dipenda molto dagli atteggiamenti futuri dei nostri alleati grillini. Io, da imprenditore, a Di Maio gliel' ho spiegato durante una delle sue prime visite in Senato: guarda che l' aliquota fiscale unica è imprescindibile e istituisce un circolo virtuoso che crea ricchezza. E l' autonomia regionale responsabilizza i politici locali nel rispetto reciproco delle Regioni». di Pietro Senaldi

Dai blog