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Davide Bordoni, il fedelissimo di Berlusconi contro Giovanni Toti: "Ti ricordi che fine ha fatto?"

Davide Locano
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«Siamo ancora un grande partito. Non solo sul piano nazionale. Abbiamo una classe dirigente preparata e motivata che amministra (e bene) le istituzioni locali. È da lì che dobbiamo ripartire. Bisogna ripartire da un rapporto più stretto con il territorio e proprio i nostri amministratori locali possono fare la differenza in questa battaglia". Così Davide Bordoni, capogruppo di Forza Italia in Campidoglio. "Giovanni Toti? Siamo entrati tutti in Forza Italia per Silvio Berlusconi, non certo per Toti. Se Giovanni se ne va ce ne faremo una ragione. Il soggetto politico di Angelino Alfano, allora ministro, era più strutturato eppure si è perso in poco tempo. Credo che Toti stia calcando lo stesso sentiero. Le critiche possono anche essere corrette - continua il consigliere Bordoni intervenendo sul quotidiano Il Giornale -. Ma è scorretto evitare il confronto. Se le cose non vanno si deve lottare dentro il partito per cambiarlo. Non uscirne. I nostri tesserati a chiedono maggiore partecipazione. Mi sembra giusto andare in questa direzione. Anche da noi, qui a Roma, a marzo abbiamo fatto il congresso che mi ha eletto coordinatore con oltre il 70 per cento dei consensi. Leggi anche: Laura Ravetto, sfogo brutale contro i traditori di Berlusconi Il futuro del partito? "Innanzitutto bisogna ricompattare l'alleanza con Matteo Salvini e Giorgia Meloni sul piano nazionale. Tanto più che la crisi di governo è sempre più probabile. A Roma, poi, la Lega ha le mani libere e ho già chiesto a loro e a Fratelli d'Italia di tornare a confrontarci", aggiunge Bordoni. "Il tempo stringe. Se si ritorna a votare per le politiche - conclude Bordoni - è molto probabile che anche la Regione sia portata ad anticipare il voto visto che Zingaretti, in qualità di segretario del Pd, sarà portato a candidarsi in Parlamento".

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