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Matteo Renzi, la voce scomoda che gira nel Pd: "Perché fa il perseguitato", svelato il suo vero piano?

Caterina Spinelli
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"Fate la guerra al Matteo sbagliato", va dicendo da mesi Matteo Renzi alla fronda del Pd che fa capo al segretario, Nicola Zingaretti. I due infatti non perdono occasione per litigare, provocando così l'ilarità di Matteo Salvini. L'ultimo episodio, le due diverse petizioni contro il ministro dell'Interno (la prima annunciata da Renzi e poi bloccata, la seconda dal segretario Pd). Queste continue diatribe - rimarca Il Giornale - fanno sospettare a più d'uno degli zingarettiani che "Renzi stia preparando il terreno per la rottura, facendo però la parte del perseguitato che viene cacciato dalla nomenklatura". D'altronde il tema della scissione non è nuova tra i seguaci dell'ex premier che da tempo chiedono di lasciare quel partito ormai allo sbando.  Leggi anche: Paolo Del Debbio sulla fine di Matteo Renzi: "Chi si credeva di essere" In verità Renzi non ha ancora deciso sul da farsi e si appella alla pazienza dei suoi, giusto il tempo di capire la strategia migliore. Un'eventuale scissione infatti non può essere un salto nel vuoto: ci devono essere elezioni politiche alle porte, prima di arrivare allo scontro finale. Anche perché è quasi inevitabile che alle prossime elezioni il Pd ottenga un risultato di qualche punto superiore al 2018, e che sorpassi i Cinque Stelle in caduta libera. Un risultato che se si dovesse avverare, rischierebbe di mettere a repentaglio ciò che resta dell'influenza renziana all'interno del partito. Ma c'è anche una seconda opzione, che in molti dicono essere la più ambita dal diretto interessato nonché la più difficile da ottenere: Renzi potrebbe riprendersi in mano il partito. Per farlo serve solo che Zingaretti perda alle regionali, oltre che l'Umbria e la Calabria, anche l'Emilia. 

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