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Matteo Salvini, il calendario lo impicca: il taglio ai parlamentari non si può fare dopo la sfiducia a Conte

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Caterina Spinelli
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Matteo Salvini ha perso la prima battaglia parlamentare dopo il "no" in Senato sulla proposta di votare la sfiducia a Giuseppe Conte il 14 agosto. I tormenti per il vicepremier non finiscono qui. Quello che il centrodestra teme di più è un'ipotetica alleanza M5s-Pd, che sta prendendo sempre più piede. Per cercare dunque di allontanare l'ipotesi, il leader del Carroccio ha lanciato una proposta agli alleati grillini: "Votiamo il taglio di 345 parlamentari e poi andiamo al voto". Una mossa scaltra - spiega Il Corriere - difficile da scartare per Luigi Di Maio (ricordiamo che la riforma popolare è stata uno dei cavalli di battaglia della loro campagna elettorale).  Leggi anche: M5s contro Garavaglia e Lega: "Basta cretinate", la grottesca autodifesa sul reddito di cittadinanza Per il quotidiano di Fontana, la bomba lanciata da Salvini sarebbe più un ordigno impossibilitato ad esplodere. Se pure la riforma fosse approvata entrerebbe in vigore tra due legislature e alle urne si andrebbe con il vecchio sistema elettorale. E poi: la sfiducia a Conte è in calendario il 20 agosto e la riforma costituzionale il 22, quando il governo gialloverde non ci sarà più e i lavori d'Aula saranno bloccati. Non solo, a presiedere la Camera dei deputati (là dove verrà discusso il taglio dei parlamentari) c'è proprio il pentastellato Roberto Fico. 

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