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Luigi Di Maio e Conte, tutto già pronto: "Si va alla crisi in Senato". Il trucco per fare l'inciucio col Pd

Giulio Bucchi
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La crisi è una partita di nervi, depistaggi e furbizie. E il Movimento 5 Stelle, in 6 anni in Parlamento, pare già aver appreso i rudimenti dei vecchi volponi della Prima Repubblica. Secondo il Fatto quotidiano, Luigi Di Maio e i suoi (che oggi si sono incontrati nella casa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona) avrebbero deciso: "Si va alla crisi in Senato", rifiutando dunque la mano tesa da Matteo Salvini. Leggi anche: "Già avviati i primi contatti". Mattarella, voce dal Colle: dove conduce la crisi Stando a quanto riporta un retroscena del Fatto, molto ben addentellato con il Movimento, "martedì Conte farà le sue comunicazioni in aula e, a quel punto, i vari gruppi potranno presentare una risoluzione sull'intervento". Quella dei 5 Stelle, firmata dal capogruppo Patuanelli, "pur appoggiando il presidente del Consiglio da un lato dovrà consentire alle opposizioni democratiche (Pd e LeU) di non votare contro, dall'altro alla Lega di non votare a favore". Conte, in accordo coi grillini, dovrebbe preparare un discorso che sarà terreno di scontro ideale con la Salvini, ricco di riferimenti polemici su Open Arms, migranti e porti chiusi. Insomma, il canovaccio social di Ferragosto, con tanto di supporto ricevuto dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta. "A quel punto - suggerisce ancora il Fatto -, con una spaccatura della maggioranza evidente anche in Parlamento, la crisi sarebbe aperta" e "in piena trasparenza", come promesso da Conte. 

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