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Matteo Salvini e la crisi "nata in Europa". Gira una voce inquietante: altro complotto contro l'Italia

Giulio Bucchi
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Una crisi "nata in Europa". Ne è convinto Matteo Salvini, che fissa la data d'inizio della fine del governo nell'accordo a Strasburgo tra Giuseppe Conte, Pd e M5s (con l'aggiunta di Forza Italia) per votare Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue. E non a caso nei giorni scorsi Romano Prodi e Pierferdinando Casini, due volponi democristiani, hanno rilanciato l'idea di un "governo Orsola" più o meno con stessi confini e geometrie per spedire Matteo Salvini e Giorgia Meloni all'opposizione. Ma c'è qualcosa di più. Angela Mauro, cronista politica dell'HuffingtonPost diretto da Lucia Annunziata (testata non certo tacciabile di simpatie leghiste o sovraniste), intervenuta a Omnibus su La7 ha suggerito come da più fonti, comprese quelle della Lega, ci sia la certezza di pressioni ricevute dall'estero sui vari protagonisti politici. Non solo, lo stesso Salvini si sarebbe convinto a staccare la spina a Ferragosto perché ormai reso consapevole da quelle stesse fonti della impossibilità di procedere con una manovra finanziaria espansiva in autunno. "Addio flat tax, addio taglio delle tasse e rivoluzione fiscale, procedura di infrazione per eccesso di debito", spiega nel dettaglio la Mauro. Un cappio economico per gli italiani e un cappio politico per Salvini e la Lega, che sarebbero franati sotto il peso di una finanziaria lacrima e sangue indigeribile per il ceto produttivo del Nord e per gli elettori leghisti. A questo elemento si aggiunga il tema dell'immigrazione, con "Conte a chiedere consigli ad Angela Merkel davanti a un caffè", come ha sarcasticamente notato Salvini nella sua replica a Conte in Senato. In fondo, che a Bruxelles, Strasburgo, Berlino e Parigi preferiscano un governo che apra i porti e chiuda i cordoni della borsa non è mistero.

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