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Stefano Buffagni, svolta sulla crisi: "Non chiudiamo la porta alla Lega. Migranti? Non ci rimangiamo niente"

Giulio Bucchi
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"Le porte per la Lega devono restare aperte": Stefano Buffagni, sottosegretario ed esponente del Movimento 5 Stelle tra i più vicini a Luigi Di Maio, intervistato ad Agorà Estate su Raitre riapre il fronte della crisi. "A noi interessa al primo posto l'interesse dei cittadini, al secondo tenere strategicamente aperte tutte le porte. È una questione strategica, perché se hai tutte le porte aperte è più facile muoversi". Formalità politiche? Forse qualcosa in più. "Non c'è strategia dei due forni con Lega e Pd, perché qui ne abbiamo tre, ci sono anche le elezioni - aggiunge Buffagni, uno dei grandi mediatori con il Carroccio nei giorni immediatamente precedenti le dimissioni del premier Giuseppe Conte -. È una questione di rispetto istituzionale. Queste cose si discutono con Mattarella e non si fa fantapolitica". GUARDA IL VIDEO - "Non mi fido di nessuno, specialmente di Matteo Renzi. Ma..." Il Pd ha già offerto 5 punti programmatici su cui tentare un accordo coi 5 Stelle. Buffagni però mette a sua volta un paletto: "È la declinazione dei contenuti che fa la differenza. Non è che noi abbiamo votato ieri il Decreto Sicurezza bis e di colpo ci rimangiamo tutta una strategia messa in campo nel paese. Perché per me la tutela delle frontiere è fondamentale, come lo è la vita umana della persone. Il prossimo governo, indipendentemente da chi sarà a formarlo, dovrà lavorare sui rimpatri". Una precisazione che rischia di mettere in grave difficoltà il segretario dem Nicola Zingaretti che anche sull'immigrazione chiede ai 5 Stelle un radicale cambio di linea.

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