Luigi Di Maio, la piroetta internazionale: adesso corteggia Emmanuel Macron

di Davide Locanodomenica 15 settembre 2019
Luigi Di Maio, la piroetta internazionale: adesso corteggia Emmanuel Macron
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Giggino l'ha rifatto. A luglio e ad agosto se l' era presa con Salvini "reo" di aver convocato le parti sociali al Viminale: il ministero dell' Interno, secondo il guaglione di Pomigliano d' Arco, non era la sede adatta. E però, come niente fosse, pochi giorni fa il neo ministro degli Esteri ha riunito i colleghi grillini alla Farnesina per una sorta di riunione di governo ristretta. La cosa non è piaciuta a Conte che in estate era stato molto duro con Salvini, e non è andata giù nemmeno al Pd, che ha accusato Di Maio di voler trasformare la Farnesina nella nuova sede politica del Movimento. L' ex vicepremier campano però se n' è fregato e ieri è andato in scena lo stesso copione. Giggino ha riunito alla Farnesina il team economico dei 5 Stelle per fare il punto in vista dell' Ecofin ed Eurogruppo in programma domani e sabato. Sono state fonti del Movimento a renderlo noto e ciò, tra i Dem, è stato interpretato come una provocazione. Di Maio, il cui peso politico è stato nettamente ridimensionato dalla caduta dell' esecutivo gialloverde, intende mostrare i muscoli per non finire fagocitato dal Pd e dalla figura sempre più ingombrante dell' avvocato-premier. Inoltre vuole dare una prova di forza ai ribelli pentastellati. Leggi anche: Di Battista rivela la proposta indecente: al centro, la Boschi Di Maio, poi, ahinoi intende farsi carico anche della questione migratoria. Vuole trattare lui, e quasi certamente lo farà a gesti, con la Merkel e Macron, lo stesso che il miracolato dalla Casaleggio Associati contestava imbucandosi tra i gilets jaunes, lo stesso leader di En Marche col quale i 5 Stelle non avevano «nulla a che vedere». È lo stesso Macron nemico numero uno del governo gialloverde, quello dei respingimenti a Ventimiglia e della gendarmerie che scaricava i migranti in Italia. Ma tant' è. Il miracolato di Pomigliano d' Arco è determinatissimo. Macron mercoledì sarà a Roma, incontrerà il presidente Mattarella e il premier Conte. In agenda, ha comunicato l' Eliseo, ci saranno «le questioni bilaterali ed europee, in particolare quelle economiche e migratorie». Il protocollo al momento non prevede un incontro con Di Maio, ma chissà. Conte, a Bruxelles per incontrare la presidente della Commissione Europea von der Leyen, ha affermato che chi «non parteciperà alla ripartizione dei migranti a livello europeo ne risentirà molto, in misura consistente, sul piano finanziario». Immaginiamo il terrore negli occhi degli omologhi del Vecchio Continente. Intanto il 23 settembre, a La Valletta, i ministri dell' Interno di Francia e Germania ratificheranno con l' omologa Lamorgese e Malta il Temporary predictive riallocation program: Italia e Malta apriranno i porti alle navi delle Ong, forniranno la prima assistenza con la promessa che entro un mese tutti i richiedenti asilo verranno ricollocati, Francia e Germania dopo 30 giorni ne accoglieranno il 25% a testa. E però, al momento, il rimanente 50 non ha destinazione, e dunque è evidente che dovremo farcene carico noi. Così come dei migranti che nell' arco di un mese faranno perdere le proprie tracce. Un affarone. di Alessandro Gonzato

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