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Matteo Renzi, l'avvertimento di Luigi Zanda: "Le scissioni non portano mai fortuna, neppure alle urne"

Caterina Spinelli
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"Fino all'ultimo dobbiamo sperare che la scissione sia solo un brutto sogno", premette Luigi Zanda, senatore e tesoriere del Pd. "Questa minaccia incombente condanna il governo, e di conseguenza il Paese, a restare sospesi nel limbo: in una situazione di incertezza che fa male a entrambi. Col rischio concreto che la destra autoritaria ed eversiva di Salvini rialzi la testa - spiega in un colloquio con il Corriere -. Ecco perché adesso spero in un sussulto di responsabilità da parte di Renzi: rompere il Pd significa indebolire sia il Conte Due sia la maggioranza, costretta a tenere conto di un altro interlocutore e di nuovi equilibri. Si inserirebbe un elemento di instabilità di cui in questa fase non si sente il bisogno". Leggi anche: Senaldi: "Il piano di Renzi per uccidere il Pd due volte" Zanda fa gli auguri all'ex premier intenzionato a lasciare il Partito Democratico per dar vita a un suo stesso partito. Il problema, come rivela il tesoriere - è che ad oggi "chi si considera berlusconiano, o sostiene Salvini, o fa il tifo per la Meloni difficilmente può trasformarsi in renziano". "La verità è che le scissioni non portano mai fortuna - precisa il dem -. Né a chi le subisce, né soprattutto a chi le vuole, le cerca e le realizza. Non ho mai visto una sola formazione politica nata da uno scisma avere successo nelle urne. Gli elettori pretendono stabilità e affidabilità. E non considerano certamente affidabile chi per anni ha militato in un grande partito e poi lo abbandona, all'apparenza senza una valida motivazione ideale, per farne uno più piccolo, identitario".

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