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Matteo Renzi lascia il Pd. Telefonata a Conte: i fedelissimi che vanno con lui, quelli che lo mollano

Giulio Bucchi
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Matteo Renzi dice addio al Pd. Gli ultimi appelli, da Franceschini a Zingaretti, passando per il fedelissimo Nardella, non lo hanno convinto. Una telefonata, lunedì a tarda sera, a Giuseppe Conte serve a rassicurare il premier sulle sue intenzioni: gruppi autonomi in Parlamento, ma sostegno convinto al Governo. Quindi, un'intervista a Repubblica poi martedì in serata la spiegazione di un "scelta difficile" nel salotto di Porta a porta. Nessuna intenzione di sabotare il governo appena nato, giurano i renziani. Semmai l'opposto: rivendicare un "ruolo in commedia", sedere al tavolo delle decisioni, farsi interlocutore di primo piano (al pari di Di Maio e Zingaretti) di Conte per contribuire a "orientarne la rotta" in senso "riformista".  Leggi anche: La verità dietro il "Conte stai sereno". Perché ora con Renzi fuori dal Pd il premier è fregato La nuova "gamba" della maggioranza, in realtà, vanta già due ministri, Teresa Bellanova, titolare delle Politiche Agricole (sarà "capodelegazione") ed Elena Bonetti, ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, la viceministra all'Istruzione Anna Ascani e il sottosegretario Ivan Scalfarotto. Restano invece dentro il Pd Lorenzo Guerini e i sottosegretari Alessia Morani, Simona Malpezzi e Salvatore Margiotta che oggi hanno invitato l'ex premier a mantenere unito il Pd. Su quelli che alla fine saranno i numeri in Parlamento il pallottoliere era in costante aggiornamento fino a tarda sera. Alla Camera dovrebbero essere "più di 20 deputati" (numero minimo, da regolamento) a comporre il nuovo gruppo. "Più di 15 - racconta chi sta lavorando al dossier - verranno dal Pd, gli altri si aggregheranno dal Misto o da FI". Già con un piede fuori dal gruppo sarebbero Boschi, Giachetti, Nobili, Ascani, Marattin (possibile capogruppo), Anzaldi, Scalfarotto, Rosato, De Filippo, Marco Di Maio, Del Barba, Mor, Fregolent, Annibali, Nardi e Noja. Al Senato, per regolamento, non si possono fare nuovi gruppi, ma a traslocare nel Misto insieme a Renzi ci sarebbero una decina di parlamentari tra i quali Bonifazi, Faraone, Cerno, Bellanova, Comincini, Ginetti e Mauro Marino.  

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