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Matteo Renzi, bomba su Pd e M5s: "Non morirò socio di Rousseau. Lascio dopo anni di fuoco amico"

Giulio Bucchi
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La scissione di Matteo Renzi dal Pd avviene via Facebook e tramite un'intervista a Repubblica. Da giorni se ne conoscevano i dettagli, oggi è tutto ufficiale. "Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso", spiega sui social l'ex premier, all'alba. "Dopo sette anni di fuoco amico - aggiunge - penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni. La vittoria che abbiamo ottenuto in Parlamento contro il populismo e Salvini è stata importante per salvare l'Italia, ma non basta. Adesso si tratta di costruire una Casa giovane, innovativa, femminista, dove si lancino idee e proposte per l'Italia e per la nostra Europa. C'è uno spazio enorme per una politica diversa. Per una politica viva, fatta di passioni e di partecipazione. Questo spazio attende solo il nostro impegno". Leggi anche: Renzi, la scissione in Parlamento? Primo disastro: non ha i numeri in Senato La scissione avverrà in Parlamento, con 30 renziani di ferro, e poi fuori, con un movimento che potrebbe chiamarsi Italia per il Sì. Primo test politico, la possibile alleanza con Pd e M5s alle regionali. E su Repubblica Renzi frena subito: "A me l'alleanza strategica con Di Maio non convince. Non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è un'altra cosa rispetto all'algoritmo di Casaleggio. Ma non voglio disturbare il Pd. La nostra Casa non si candiderà né alle regionali né alle comunali almeno per un anno. Chi vorrà impegnarsi lo farà con liste civiche o da indipendente. La prima elezione cui ci presenteremo saranno le politiche, sperando che siano nel 2023. E poi le Europee del 2024. Abbiamo tempo e fiato".

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