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Vittorio Sgarbi fuori dal Parlamento? L'omissione: perché rischia di perdere il seggio

Stefano Boffa
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Brutta gatta da pelare per Vittorio Sgarbi. Come riporta il Fatto Quotidiano, il seggio da senatore dell'ex Forza Italia è a rischio per incompatibilità con alcune cariche che il critico d'arte deterrebbe nelle sue attività extraparlamentari. La Giunta per le Elezioni della Camera ha mandato una missiva a Sgarbi per metterlo all'ordine, visto che questi non avrebbe comunicato loro una serie di incarichi che potrebbero essere incompatibili con il suo mandato da parlamentare, come previsto dal regolamento: "Ai sensi del regolamento è tenuto a comunicare al Presidente della Camera le cariche in enti pubblici o privati anche di carattere internazionale, nonché le funzioni e le attività imprenditoriali o professionali svolte entro il termine di 30 giorni, decorrente dalla data della nomina o della designazione alla carica o ufficio”.  Sgarbi, al Presidente della Camera, stando a quanto comunicato dalla Giunta nella sua missiva, avrebbe dichiarato soltanto la sua carica di presidente della Fondazione Cavallini-Sgarbi di Ferrara, ma avrebbe omesso di dichiarare le seguenti cariche, di cui la Giunta sarebbe venuta a conoscenza tramite i mezzi stampa, di presidente dell'Associazione culturale Rinascimento di Forlì, di presidente della Fondazione Canova con sede a Possagno (TV) e quella di presidente del consiglio di amministrazione del Mart (il museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, in provincia di Trento).  Leggi anche: Sgarbi all'attacco di Pd e M5s: "Merendine? No, tassiamo le loro giravolte" I dubbi più grandi che ha la Giunta nei confronti di Sgarbi sono collegati proprio all'incarico di presidente del cda del Mart, poiché gli incarichi gestionali sarebbero incompatibili con il mandato da parlamentare. Il senatore è chiamato a presentare una memoria dove deve comunicare gli incarichi omessi e, soprattutto, specificare se agli incarichi corrispondano altrettante attribuzioni gestionali.  Il caso del Mart è molto delicato, anche se in passato l'Anac aveva scongiurato una possibile incompatibilità con il mandato, poiché il presidente del cda del museo avrebbe solo rappresentanza legale, come stabilito dal suo statuto. Il dubbio, però, è saltato fuori quando Sgarbi aveva paventato l'interruzione di future collaborazioni tra il Mart e Verona a causa delle resistenze che avrebbe incontrato il critico d'arte nel visitare di notte il museo di Castelvecchio. E non è tutto: il consigliere regionale trentino dei dem Alessio Manica ne avrebbe chiesto conto al presidente leghista della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, dato che il Mart è un ente strumentale della provincia, integrando la cosa con una possibile correlazione tra l'assegnazione dell'incarico di presidente a Sgarbi e una mostra con le opere della famiglia del critico, alla cui organizzazione la provincia avrebbe contribuito con 100 mila euro. 

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