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Matteo Salvini a Porta a Porta non si presenta da solo. E Renzi subito: "Si è portato l'aiutino da casa"

Caterina Spinelli
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Matteo Salvini non si presenta da solo da Bruno Vespa a Porta a Porta. Il leader leghista arriva nello studio Rai con tanto di dati, nello specifico un cartello, alla mano. Si tratta degli sbarchi per cui l'Italia è, con il nuovo governo giallo-rosso, è la meta preferita. I numeri parlano chiaro: gli arrivi sono "triplicati" da quando Salvini non è più al Viminale. Una frase che a Matteo Renzi suscita parecchia ironia: "Per una volta che Salvini parla di numeri... è fantastico. S'è voluto portare l'aiuto da casa ma almeno parliamo di numeri".  Leggi anche: Porta a Porta, Matteo Renzi ammette: "Avevamo due alternative, abbiamo scelto la manovra di palazzo" Poi l'ex premier ha precisato: "Mi dice dove sta scritto? Perché così lei non fa che aumentare le paure dei cittadini. Allora, parliamo di numero e fatti: Salvini racconta cose che sono palesemente false. Quello che mi divide profondamente da Salvini è il tema dell'immigrazione. Ma di cosa parliamo? Se il trend di settembre dovesse continuare, a fine anno avremmo trentamila persone: ma quale problema è in un Paese di 60 milioni di abitanti? Il problema non sono 30 mila persone che arrivano in un anno ma quelle 25 persone che delinquono e che vanno stangate". Immediata la replica: "Numeri: morti e dispersi nel Mediterraneo più che dimezzati, quando c'era lei siamo arrivati a 5mila morti, 800 quando c'eravamo noi. Vi sistemate la coscienza, con il multirazziale, poi arriva Richard Gere. Mi tengo l'etichetta del brutto e cattivo - ribadisce Salvini -, ma penso di aver fatto un'opera cristiana. L'immigrazione bella è quella dei 5 milioni che hanno i documenti, non quella degli scafisti". 

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