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Giuseppe Conte, "non ti resta che arrenderti". Perché il premier è circondato

Cristina Agostini
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Fa bene Giuseppe Conte a regalare tavolette di cioccolato personalizzate ai propri ministri. Anche se sarebbe meglio le donasse ai due leader politici che l' hanno incollato alla poltrona di Palazzo Chigi, ovvero Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Questi ultimi non sono per niente dolci in questo momento con il premier. La manovra varata qualche giorno fa ha aperto la stalla e i buoi della maggioranza sono usciti, in ordine sparso, inferociti contro i provvedimenti inseriti nella legge di bilancio e, addirittura, con le misure che non sono entrate in Finanziaria. Gigino non manda giù la lotta al contante (limite di utilizzo sceso a 2mila euro), l' obbligo di accettare pagamenti digitali inflitta ai negozianti e lo schiaffo alle partite Iva (fine della flat tax pura fino a 65mila euro e cancellazione di quella fino a 100mila euro). Il ministro degli Esteri ha chiesto un vertice di maggioranza, minacciando di cambiare la manovra in Parlamento. Dall' altra parte della barricata c' è mister Leopolda che si lamenta perchè vorrebbe abolire quota 100, una riforma introdotta dallo stesso Conte lo scorso anno e sostenuta da M5S. In mezzo c' è il Pd che, avendo capito di essere diventato la preda dei tori Renzi e Di Maio (puntano ai voti dem) si appella a Conte, affinché tenga fede ai patti. Il triangolo no, non l' avevamo considerato. Però Giuseppi gioca di sponda e cerca di stare in piedi rispondendo alle minacce con altre minacce. Si vede che è asserragliato, infatti spara a zero verso quei Cinquestelle che, non solo l' hanno inventato dal nulla ma addirittura l' hanno acclamato la scorsa settimana alla decima convention dei pentastellati. «Vorrei ricordare che la manovra è stata approvata, salvo intese tecniche, ci sono dettagli su cui possiamo soffermarci. Valutata e approvata da ministri, anche M5S, e comunicata a Bruxelles. Non c' è da approvare» un' altra manovra, precisa Giuseppi. Che rincara la dose verso la banda Gigino: i grillini non sono quelli di «onestà, onestà»? Ecco, allora «avanti col piano anti-evasione», basato sulla lotta al contante, appunto. Il vertice di maggioranza, auspicato anche da Renzi? Leggi anche: "Contatti ben avviati tra Gianni Letta e quelli del Pd". Inciucio, retroscena al curaro sull'uomo di Berlusconi Va bene, «ma se lo chiedono tutti», appoggiandosi alla sponda Pd. «Bisogna fare squadra, chi non la pensa così è fuori». Da non credere... l' esecutivo non ha nemmeno due mesi di vita e rischia già di sfasciarsi. Certo, la fiducia degli italiani verso il governo - ultimo sondaggio pubblicato da Formigli su La7 - è scesa al 32%. Un disastro. Ma cosa speravano di ottenere i giallorossi? Non si può mettere in piedi una maggioranza, il cui unico collante è la poltrona. Senza un minimo di programmi condivisi è impossibile arrivare al 2023. Non aiuta poi l' elezionite. Fra una settimana si votano le regionali in Umbria, a fine gennaio urne aperte in Emilia-Romagna e Calabria. E, a primavera, toccherà a Toscana e Veneto. Salvini è primissimo nei sondaggi e il centrodestra sembra rinato. Difficile sostenere sconfitte (vedi Pd e M5S) e andare avanti a governare come se nulla fosse. Conte alza la voce ma non ha mai preso un voto. Non deve rendere conto a nessuno. Finora è stato un equilibrista, tuttavia era facile destreggiarsi in assenza di rogne grosse. Anche in Europa, doveva il presidente del Consiglio sostiene di avere amici, sembra finita la luna di miele. Il vicepresidente Dombrovskis non è stato tenero col governo sulla manovra in deficit: «Dove vediamo rischi di devianza dalle regole di bilancio della Ue chiediamo a questi Paesi ulteriori chiarimenti. E l' Italia - ha detto - sarà tra quei Paesi a cui chiederemo ulteriori chiarificazioni». Come finirà? Difficile ipotizzare crisi di governo. La poltrona piace. Si troverà l' ennesimo compromesso: Conte farà dei passetti indietro, tanto non è la prima volta che perde la faccia (infatti domani forse c' è il vertice di maggioranza), Gigino e Renzi ne faranno due di lato, Zingaretti un altro indietro. Risultato finale: la manovra sarà ancora peggiore di quello che è. Come sempre pagheremo noi le beghe dei politici. di Giuliano Zulin

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