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Quirinale, la legge per fregare il centrodestra nel dopo-Mattarella: tra i firmatari Maria Elena Boschi

Emanuele Gibilaro
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Oggi, mercoledì 6 novembre, è stato depositato alla Camera dei deputati un disegno di legge a firma dei capigruppo della maggioranza: Delrio (Pd), Fornaro (Leu), Maria Elena Boschi (Italia Viva), Gebhard (gruppo autonomie), Macina e Silvestri (vice capigruppo Movimento 5 stelle). Il Ddl costituzionale si pone l'obiettivo di modificare la modalità di elezione del Senato ed il numero dei delegati regionali che partecipano all'elezione del Presidente della Repubblica. Nelle intenzioni dei promotori, tale riforma dovrebbe integrare quella già approvata sul taglio dei parlamentari (la cui effettività, tuttavia, è minacciata dall'indizione di un referendum confirmativo). Ma in cosa consiste il ddl appena depositato? Leggi anche: D'Alimonte: "L'errore madornale che Luigi Di Maio sta per commettere" L'elezione del Senato non sarebbe più su base regionale, bensì circoscrizionale (come avviene normalmente per la Camera dei Deputati); mentre i delegati regionali, che ogni 7 anni si recano in Parlamento per eleggere il Presidente della Repubblica, passeranno da 3 a 2. La maggioranza ha giustificato quest'ultimo provvedimento con la necessità di non dare un peso sproporzionato, in sede di elezione del Capo dello Stato, ai delegati regionali rispetto ai parlamentari, i quali dovrebbero passare da 945 a 600. Ma è pur vero che, se tale riforma venisse approvata, diminuirebbe anche il peso decisionale del centrodestra, che controlla la maggioranza dei Consigli regionali e presumibilmente, nei prossimi mesi, trionferà ancora in regioni, come Puglia e Calabria, dove la sinistra è alla porta.

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