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Elisabetta Trenta e la casa, Luigi Di Maio imbarazzatissimo tra i grillini: "Tengo a precisare una cosa"

Giulio Bucchi
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Una doppia difesa che fa acqua. Luigi Di Maio ed Elisabetta Trenta parlano, a diverso titolo, per spegnere lo scandalo della casa di servizio in centro a Roma che la ex ministra ha occupato anche una volta uscita dal governo sfruttando, scrive il Corriere della Sera, il ruolo di capitano maggiore dell'Esercito del marito. Un privilegio che infrangerebbe la legge. Da qui l'evidente imbarazzo del leader del Movimento 5 Stelle, che piazzò nel 2018 la Trenta alla Difesa.   Leggi anche: "La Trenta tiene la casa da ministra grazie al marito, può indagare la magistratura contabile" "Tengo a sottolineare che il M5s non ne sapeva niente - ha spiegato Di Maio di fronte ai militanti grillini di Acerra -. Ma è bene che l'ex ministro Trenta chiarisca il prima possibile. Ho letto la notizia, vedremo cosa ha da dire". Eccola, la reazione della diretta interessata: "Da ministro ho chiesto l'alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza". "Quando ho lasciato l'incarico - precisa la Trenta su Facebook -, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l'appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019). Come è noto, mio marito è ufficiale dell'Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l'assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato, è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la medesima procedura". 

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