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Berlusconi vuole solo facce nuove: ecco i falchi che mette in panchina

Andrea Tempestini
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La prima decisione è già stata presa: Deborah Bergamini, già giornalista e poi dirigente Rai, attuale deputata attivissima nel gruppo dei «lealisti» sarà la responsabile della comunicazione di Forza Italia. La responsabilità le è stata attribuita da Silvio Berlusconi in persona che, attraverso una nota, l'ha delegata a «coltivare le relazioni con i giornali, le radio e le televisioni», ma, soprattutto, ad occuparsi della «programmazione delle presenze televisive di parlamentari di Forza Italia nei vari telegiornali e nei programmi di cosiddetto approfondimento politico». È lei, dunque, la persona che curerà la regia della comunicazione del nuovo partito, sceglierà quali volti funzionano e quali no. La strategia è quella che il Cavaliere va dicendo da tempo:  «Dobbiamo esporre facce nuove, cambiare la nostra immagine». Anche di questo si discuterà oggi a Palazzo Grazioli, in un vertice che servirà a disegnare il nuovo organigramma del partito. Al momento tutti i poteri sono stati assorbiti dal presidente, le cariche congelate.  Il Cavaliere - racconta chi ci ha parlato - non ha nessuna fretta di designare i suoi “vice”, preferirebbe farlo più avanti, dopo il voto sulla sua decadenza. Ci sono però un paio di decisioni urgenti che non potranno essere rinviate. La prima riguarda l'indicazione del nuovo capogruppo al Senato, dopo le dimissioni di Renato Schifani, fuoriuscito nel Nuovo centrodestra. In pole position resta l'ex ministro Annamaria Bernini, seguita a ruota da Paolo Romani, Lucio Malan e Francesco Nitto Palma. Quest'ultimo, però, per assumere quel ruolo dovrebbe lasciare la presidenza della commissione Giustizia al Senato e, quindi, aprirebbe un nuovo fronte. L'indicazione di Bernini - che sarà votata dai senatori questa mattina - avrebbe anche il senso di voler dare un'immagine più «moderata» del partito. Il Cavaliere, tra l'altro, ha più volte decantato l'efficacia delle prestazioni televisive dell'ex ministro per le Politiche europee.   Giovani, meglio se donne, soprattutto «moderati». Il presidente di Fi sa, infatti, che l'argomento col quale il partito del vicepremier intende rosicchiare loro consensi è proprio questo: la deriva estremista. Ancora ieri il ministro dell'Interno ha definito la creatura berlusconiana il «partito della rabbia». Sono insorti, oltre alla stessa Bernini, Renato Brunetta, Mariastella Gelmini, Stefania Prestigiacomo. Tutti hanno tenuto i toni bassi. Per rispondere a questo argomento il Cavaliere ha tutta l'intenzione di «de-falchizzare» il partito a cominciare dai coordinamenti regionali. Denis Verdini sta lavorando alacremente - come aveva fatto nelle settimane precedenti il Consiglio nazionale - per fermare nuovi fuoriuscite e sta individuando, d'accordo con gli esponenti «lealisti» più forti nelle varie Regioni, dei possibili candidati per quei ruoli. Il Cavaliere esaminerà la questione oggi pomeriggio, non appena rientrato nella Capitale. Poi, nelle prossime settimane, e d'intesa con i coordinatori regionali, si discuterà dei coordinatori provinciali. Soltanto alla fine del percorso - che rischia di durare mesi - dentro il partito si aprirà la discussione sugli assetti nazionali.  È probabile che si torni allo schema della “prima” Forza  Italia, con dei responsabili dei Dipartimenti, ma nessun coordinatore. Ma c'è anche l'ipotesi di nominare due coordinatori del tutto nuovi. Verdini e Sandro Bondi, da un ventennio stretti collaboratori del presidente, continuerebbero a lavorare per il Cavaliere - uno come responsabile delle strutture, l'altro come teorico - ma perderebbero i galloni di “numeri 2” del partito in nome dell'esigenza di «rinnovare». di Paolo Emilio Russo

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