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Giulia Bongiorno, le femministe in piazza la ignorano: una incomprensibile amnesia

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Davide Locano
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Soltanto chi ci è passata sa cosa significhi, giunta la sera, mettersi a letto con il nemico, cercando di prendere sonno accanto all' uomo che hai amato e dal quale ti saresti aspettata protezione e tenerezza ma che pure si è trasformato in un mostro, che ti picchia, ti umilia, ti offende e pretende che tu sia lì, sempre disponibile, come roba sua. Sono milioni in Italia le donne che vivono o hanno vissuto simili esperienze, milioni quelle che credono di non avere alternative, vie d' uscita, e che perciò permangono in questo incubo fatto di soprusi quotidiani, scatti di ira, liti furiose per futili motivi, violenze fisiche e psicologiche che piano piano rendono coloro che le patiscono sempre più fragili ed arrese. Il compagno-aguzzino mira proprio ad isolare la partner, convincendola che al di fuori della gabbia in cui egli l' ha rinchiusa ci sia un deserto di solitudine ed indifferenza. Leggi anche: Giulia Bongiorno sindaco di Roma? Rumors Ecco perché il modo più efficace per contrastare la violenza di genere è rendere le donne consapevoli del fatto che non sono sole. Sebbene non sia menzionata né applaudita o ringraziata dalle femministe che scendono in piazza, probabilmente perché leghista, a tendere una mano alle signore che subiscono abusi è stata l' avvocatessa nonché senatrice Giulia Bongiorno, ex ministro per la Pubblica Amministrazione del primo governo Conte, grazie alla quale il 9 agosto scorso è entrato in vigore il "Codice rosso", che nel giro di tre mesi ha condotto in tutta Italia ad un tale aumento delle denunce che si parla di procure in tilt e centri antiviolenza sovraccarichi. Solo a Milano dal 9 agosto al 14 novembre sono stati aperti 1610 fascicoli per violenza sessuale generica, di cui 138 per violenza sessuale e 254 per stalking. IL PACCHETTO Il Codice rosso è un pacchetto di provvedimenti volti ad assicurare un rapido accesso alla giustizia alle donne che denunciano abusi. "Tre giorni" è il termine massimo entro il quale il pm deve ascoltare la vittima nonché farsi un' idea dei fatti e delle azioni da intraprendere. Infatti, allorché una persona trova il coraggio e la forza di presentare una querela contro il proprio marito o fidanzato, lo Stato si assume una grande responsabilità nei suoi confronti: esso ha il compito di tutelarla. Accantonare la denuncia, sminuire la gravità dei comportamenti posti in essere dal soggetto denunciato, archiviare la pratica come se si trattasse di normali litigi tra innamorati, può costare la vita a chi ha chiesto aiuto ma invano. UNA MISSIONE Ad indurre Bongiorno a battersi strenuamente per l' introduzione di norme più efficaci nella lotta alla violenza di genere fu un episodio risalente ad alcuni decenni addietro, quando Giulia non era che una novella giurista. Un dì, a Palermo, una signora bussò alla sua porta e le raccontò l' inferno domestico nel quale si trovava. Nonostante la denuncia, il compagno dispotico ebbe il tempo di massacrare la cliente di Bongiorno, che aspettava di essere sentita dal magistrato, il cui intervento non fu tempestivo. Fu lì che Giulia decise quale sarebbe stata una delle sue missioni: fornire una corsia preferenziale a quelle donne che si ribellano ai maltrattamenti in quanto non è ammissibile che, siccome la giustizia è sovraccarica, si possa perire ammazzate. Insomma, ci sarebbe bisogno di più femministe come Bongiorno, che si rimbocca le maniche al fine di essere davvero utile al suo genere e non si appiccica scintillanti medaglie sul petto. Le suffragette scalpitanti dei nostri giorni, in stile Laura Boldrini, che si impuntano sulle astine alle vocali, si adoperano per l' abbassamento dell' Iva sugli assorbenti e si sentono oltraggiate se chiamate "signore", fino ad ora non hanno prodotto nulla di concreto e tangibile. Solamente fumo. di Azzurra Barbuto

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