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Matteo Renzi strizza l'occhio a Salvini: "Se accetta il proporzionale si torna subito al voto"

Marco Rossi
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Augusto Minzolini fa una analisi politica sull'attuale situazione del Conte Bis, nell'editoriale sul Giornale in edicola martedì 3 novembre. Per l'ex direttore del Tg 1 l' unica garanzia che il governo non cada, non è nel programma del governo, nell'unità di intenti della maggioranza, nella solidarietà tra i partiti, ma nel terrore grillino di andare ad elezioni. "Anche la vicenda del Mes - giura l' ex capogruppo 5stelle alla Camera, Francesco D' Uva - sarà gestibile. Mica siamo pazzi". Solo che il tira e molla, la trattativa estenuante, la condizione di un movimento in cui il capo non vuole fare il capo e la base non lo riconosce, finisce per logorare pure gli alleati. E non tutti sono dei buon samaritani. Leggi anche: Open, Renzi a Non è L'Arena Minzolini spiega anche che fra le pieghe del Parlamento potrebbe crearsi una ienedita alleanza tra Renzi e Salvini sulla legge elettorale. "A noi - ragiona Matteo Renzi -  non lo ha ordinato il medico di stare al governo. Io non sono certo tipo da accettare leggi che prevedano la confisca delle imprese agli imprenditori. Né partecipo a vertici per salvare la Banca Popolare di Bari. Né mi piace il reddito di cittadinanza. Per dirne solo tre. Poi sui rapporti tra Conte e il prof Alpa se la sbrighino loro, come pure sulla guerra che Di Maio fa al premier. Hanno messo, per citare Formica, la merda nel ventilatore, ma io grillino non lo divento. Punto. E non pensino di potermi convincere per via giudiziaria. Ho tentato di aiutarli, gli ho dato un' occasione, ma hanno scelto l'autodistruzione. Io sto a guardare. Certo se io fossi Salvini accetterei subito una legge elettorale proporzionale per avere sicuramente subito dopo le elezioni. Così, invece, anche se cade Conte, rischia solo di avere un altro governo".

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