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Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, il lodo leghista: "Giuseppe Conte? Finirà come con Berlusconi e D'Alema"

Caterina Spinelli
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Tutto è ben ponderato all'interno della Lega, anche le mosse del suo leader. Non a caso negli ultimi giorni Matteo Salvini sembra aver "aperto" a un tavolo tra opposizione e maggioranza per fronteggiare le emergenze del Paese. Emergenze che non sono poi così poche: dall'Ilva al Mes fino al fallimento della Banca Popolare di Bari. Tutte questioni che mettono a repentaglio il Paese. E così Giancarlo Giorgetti, il numero due della Lega, ha ben pensato di raggiungere un accordo. O meglio, un aut aut: "Matteo deve decidere - ha spiegato - se è più efficace la mia strategia o quella della spallata che non arriva mai". Dai vertici infatti si vocifera di un fallimento leghista, "dopo il Meccanismo Europeo di Stabilità - spiega Augusto Minzolini sul Giornale - ci sono state solo tre uscite dal Movimento 5 Stelle a beneficio del Carroccio".  Leggi anche: Giancarlo Giorgetti e l'asso di Salvini: "Perché votare subito conviene a Pd e M5s" Ma la mossa leghista va oltre: "Ricordo - osserva ancora Giorgetti - che quando Berlusconi e D'Alema, uno dall'opposizione e l'altro in maggioranza, lanciarono la bicamerale sulle Riforme istituzionali, alla fine non fecero le riforme, ma fecero fuori l'allora presidente del consiglio, Romano Prodi. L'importante è non cascarci". Sarà per caso l'obiettivo di Salvini? Per Minzolini sì e sarebbe anche "la ragione per cui al premier la sortita salviniana sul comitato di salvezza nazionale ha fatto fischiare le orecchie, spingendolo addirittura a convocare un vertice sul futuro, ad immaginare un cronoprogramma per il governo, a minacciare l'addio se i leader della maggioranza non gli daranno delle garanzie". Insomma, l'avvocato del popolo ha giocato di anticipo nella speranza di non vedersi sottratta la poltrona. 

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