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Pietro Genovese, non solo cocaina: secondo Il Messaggero ci sono "tracce di oppiacei" nel sangue

Davide Locano
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Indagato per omicidio stradale e a rischio arresto, Pietro Genovese, il figlio del regista Paolo che sabato scorso, a tarda sera, ha travolto e ucciso Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, in zona ponte Milvio a Roma. Un testimone, considerato chiave, sostiene che non le potesse vedere, che le due ragazzine avessero attraversato col rosso in un punto pericolosissimo. Ma la posizione del ragazzo, man mano che filtrano gli esiti delle analisi, si fa sempre più grave. Oltre al tasso alcolemico a 1,4 grammi per litro, quasi tre volte superiore al limite consentito per legge (per lui però fissato a 0 grammi, poiché ha meno di 21 anni), si è appreso che è risultato positivo a delle sostanze stupefacenti. Inizialmente si è parlato di cannabis e cocaina, ma secondo Il Messaggero ci sarebbero anche tracce di "oppiacei". Il livello di alcol, ad ora, è un dato certo. Ancora però non è sicuro se il giovane - a cui era appena stata restituita la patente dopo un ritiro durato due mesi - avesse assunto sostanze prima dello schianto: le tracce restano in circolo nel corpo anche per diversi giorni, insomma Pietro Genovese potrebbe averle assunte giorni prima. La Procura, dunque, ha disposto un supplemento di indagini per avere dati più certi. Leggi anche: Il mistero dello smartphone di Gaia scomparso

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