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Lorenzo Fioramonti, le dimissioni a tarda sera del 25 dicembre: eccesso di protagonismo?

Davide Locano
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Un personaggio discutibile, anche nel tempismo delle dimissioni: Lorenzo Fioramonti le ha presentate poco dopo le 23 del 25 dicembre, il giorno di Natale. Una sorta di dispetto, un eccesso di protagonismo dell'ormai ex ministro grillino che non verrà rimpianto da nessuno. Talmente brillante da meritarsi il soprannome di nuovo Toninelli, tra tasse sulle merendine e follie assortite. Ma tant'è, ha lasciato il ministero dell'Istruzione, presentando una letterina al premier Giuseppe Conte. Le voci circa il suo passo indietro si inseguivano da giorni, legate al mancato stanziamento dei fondi che atteneva. In una recente intervista a Repubblica, Fioramonti aveva detto: "Abbiamo inserito circa due miliardi aggiuntivi per scuola, università e ricerca. Avrei voluto destinare ancora più risorse a questi settori fondamentali. L'impegno è per la prossima manovra". Meglio tardi che mai, insomma: Fioramonti lascia, anche se lo fa in una sera in cui la politica dovrebbe fermarsi. Punto e stop. Leggi anche: "Cosa resto a fare nel governo?": Fioramonti, sfogo prima delle dimissioni

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