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Giuseppe Conte, vertice-disastro sulla Libia. Il terrore dei diplomatici: "Errore madornale, ci costerà caro"

Cristina Agostini
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Un "pasticcio", un "errore madornale", che "ci costerà caro". Alla Farnesina e in Libia i nostri diplomatici parlano del disastro che ha combinato Giuseppe Conte. Del suo "autogol". E sicuramente qualcosa non ha funzionato se i nostri servizi segreti erano già diretti a Ciampino per scortare il capo del governo legittimo della Libia, Fayez al Sarraj, sino a Palazzo Chigi, rivela il Corriere della Sera in un retroscena. così come è stata poco intelligente la scelta del premier di vedere prima il generale Khalifa Haftar, soprattutto a pochi giorni dal massacro dei cadetti dell'accademia militare di Tripoli. "Siamo comunque riusciti a incontrare uno dei protagonisti della guerra in Libia", prova a dire Conte, "nonostante l'incomprensione con Al Sarraj abbiamo raggiunto un primo risultato". Dice di aver pressato Haftar, durante le tre ore di colloquio, per ottenere una tregua di almeno una settimana. E quando da Istanbul è arrivato il comunicato congiunto del faccia a faccia tra Putin e Erdogan, Conte lo ha letto ad Haftar. Ma il generale non ha promesso nulla. Insomma, un vertice di una "ingenuità" ammessa anche nello stesso staff del presidente del Consiglio: "Forse è stato un errore fissare gli incontri nella stessa giornata, ma è difficilissimo in questi casi incrociare le agende...". Leggi anche: "La democrazia non interessa agli islamici. Allora perché?". Feltri e i soldati italiani all'estero: "A casa, subito" Tant'è. Si sapeva da giorni che Haftar sarebbe stato a Roma, "lo sapeva benissimo anche al Sarraj", assicurano a Palazzo Chigi. In serata si è cercato di recuperare con una telefonata fra Conte e il premier libico. Riassume bene il senso della giornata Pier Ferdinando Casini, "è stata una giornata un po' infelice, c'è da preoccuparsi dell'inconsistenza italiana".

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