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Gianluigi Paragone pregusta la fine del M5s: "Perché diventerà partitino del 10%"

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Le fibrillazioni interne, il futuro del Movimento 5 Stelle, gli Stati Generali di marzo: Gianluigi Paragone a tutto campo sul suo ex partito in un'intervista al Corriere della Sera. Il senatore, reduce dai meet-up a Catania con gli attivisti del Movimento, traccia una profezia cupa sul futuro del partito guidato da Luigi Di Maio. L'attualità racconta di imminenti nuove espulsioni o sospensioni di parlamentari morosi, ma per Paragone sono solo "regolamenti di conti sulle ceneri del Movimento". Per inciso, ci sarebbero tre senatori che potrebbero essere a brevissimo espulsi dal M5s, con ulteriori e catastrofiche conseguenze per la maggioranza, che a Palazzo Madama conta su numeri risicatissimi.  Per approfondire leggi anche: Luigi Di Maio difende Rousseau e Casaleggio dagli attacchi interni: "Così è sempre più difficile" Sugli Stati Generali, che nelle intenzioni del Movimento dovrebbero rilanciare il progetto politico, Paragone non ha dubbi: "Il M5s andrà nell'alveo dell'area riformista [...] Si tratterà di gestire un partito da 10%". Il senatore preconizza anche le batoste elettorali regionali e annuncia battaglia dai banchi del gruppo Misto: "Dato che il M5s è diventato europeista, condurrò io il programma contro l'Unione europea".

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