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Emilia Romagna, la certezza di Giuseppe Conte: "Tornare a fare il prof mi piacerebbe, ma non da lunedì"

Gabriele Galluccio
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Giuseppe Conte è il grande protagonista dell'inaugurazione dell'anno accademico 2019-20 dell'Università di Firenze. Inevitabile un passaggio sulle elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna: una vittoria della Lega potrebbe far cadere il suo governo giallorosso, o quantomeno avere pesanti ripercussioni. Il premier non sembra però spaventato da questa eventualità: "Non temo affatto di tornare a fare il professore universitario, perché è un mestiere così bello e piacevole che, in prospettiva, non mi dispiacerebbe affatto. Che sia da lunedì - precisa - lo ritengo assolutamente improbabile". Insomma, il premier ne è sicuro: Stefano Bonaccini vincerà su Lucia Borgonzoni. Certezza forse un poco improvvida. Leggi anche: La figuraccia di Conte a Berlino È chiaro l'intento di Conte di rimandare il più possibile il ritorno in cattedra e di rimanere ben saldo alla presidenza del consiglio. Anche se proprio il suo governo varando la manovra non ha destinato i 3 miliardi richiesti per l'Istruzione, e ciò ha comportato la ben nota vicenda delle dimissioni del ministro Lorenzo Fioramonti. "La ricerca e l'istruzione - dichiara il premier - sono fattori decisivi per la crescita economica e il progresso sociale. Con la manovra non siamo riusciti a esprimere questo indirizzo, quindi raccolgo le critiche che sono state formulate. Ma siamo consapevoli che dobbiamo varare un piano strutturale di riforme e interventi significativi, qualche segnale lo abbiamo già dato ma occorre un intervento più strutturato, risolutivo e razionale".

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