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Sardine, no della Questura al Papeete: "Siete un partito". Mattia Santori: "Solo quando fa comodo"

Davide Locano
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Le Sardine sono come un partito: sai che scoperta. L'unico a insorgere di fronte a tale evidenza, però, è Mattia Santori. Partiamo dai fatti: le Sardine avevano annunciato un flash-mob vicino al Papeete, il locale di Milano Marittima reso noto da Matteo Salvini nei giorni caldi della crisi di governo lo scorso agosto, per oggi, sabato 25 gennaio, giorno in cui vige il silenzio elettorale. Ma la Questura di Cervia ha detto no per ovvie ragioni: l'appuntamento era politico, le Sardine sono di fatto un partito. Non a caso, da che esistono, vengono accusate di essere una sorta di estensione del Pd, partito con il quale gli intrecci sono molteplici. Leggi anche: Sardine, in piazza spunta il leghista Morelli Ma come detto, Santori è insorto contro la decisione: "Non siamo autorizzati a fare il bagno davanti al Papeete, perché rientra nei termini di un comizio di propaganda elettorale diretta o indiretta", ha spiegato il portavoce del movimento su Facebook. E ancora: "Dopo che ci è stata tolta la piazza di Bibbiano, perché non eravamo considerati un partito, oggi scopriamo che invece non è così: ogni tanto siamo considerati un partito, non cambia nulla, ma ci dispiace". Fa il finto tonto, insomma, il sardina Santori: "Ogni tanto ci considerano un partito". Non ogni tanto, ma sempre.

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