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Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e il tentativo di comprare consenso: il Secolo d'Italia lo smaschera

Gabriele Galluccio
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Nel giorno in cui si vota in Emilia Romagna per decretare il vincitore della sfida tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni, diversi elettori di centrodestra segnalano di essere letteralmente invasi dalle pubblicità che invitano a votare in favore del candidato del Pd. L'episodio non è sfuggito al Secolo d'Italia, che ha pubblicato una dura presa di posizione contro Bonaccini. “Vorremmo capire a che titolo si è permesso di spendere soldi in pubblicità sul nostro giornale nel giorno del silenzio elettorale”, ha esordito il direttore Francesco Storace, che si è schierato contro “una inutile provocazione, che nasconde la grande paura della sconfitta”. Per approfondire leggi anche: Il dato decisivo sull'affluenza Da qui la decisione del Secolo d'Italia di bloccare l'inserzione perché “se Bonaccini vuole apparire lo farà a partire dal momento in cui spiegherà se è vero che ha minacciato un'amministrazione comunale – quella di Jolanda di Savoia – solo perché la vicesindaca è candidata con la sua avversaria. O se vorrà parlare di Bibbiano”. Inoltre il giornale diretto da Storace si interroga su quanti soldi ha da spendere il candidato del Pd, soprattutto per farsi pubblicità sugli organi d'informazione di destra: “Quella di Bonaccini è stata una disperata rincorsa al voto disgiunto, abbastanza indecorosa e inutile. Dalla gente di destra non beccherà un voto, proprio per la sua arroganza. A noi – ha chiosato Storace – i suoi soldi non interessano affatto. È stato un maldestro tentativo di comprare consenso mediatico che non si compie nei confronti di una testata che lui ha ignorato per anni”.

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