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Matteo Salvini, Pietro Senaldi: la sinistra lo processa per perdere

Marco Rossi
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L' hanno capito perfino negli Stati Uniti, e finanche la sinistra anti-Trump: votare a favore del processo ai danni di Salvini per sequestro di persona, per aver impedito per giorni lo sbarco di alcuni profughi, sarà un autogol per la maggioranza giallorossa. Lo scrive il New York Times, la Bibbia dei radical-chic, che sostiene gli invasati che insultano «The Donald» ogni giorno, applaudono chi gli strappa i discorsi in faccia in Parlamento e vorrebbero processarlo con l' accusa di fare il gioco dei russi anziché degli States. «In qualsiasi altro Paese» sostengono i commentatori americani «un processo comporterebbe problemi per un politico, invece il voto del 12 febbraio in Senato che lo spedirà a giudizio sarà una zattera di salvataggio per il leader della Lega». Il quotidiano della Grande Mela dedica all' ex ministro dell' Interno un' ampia intervista, nel corso della quale Salvini paragona il comportamento di M5S e Pd nei suoi confronti a quello dei progressisti a stelle e strisce verso l' inquilino della Casa Bianca: «Si tratta di due sinistre che non riescono a vincere e provano a ottenere con mezzi giudiziari quello che non riescono ad avere con mezzi democratici». Il leghista ne ha anche per i magistrati, che definisce «ideologicamente orientati e spinti ad agire da chi è determinato a fermare la mia ascesa politica», e trova nel giornale americano un inaspettato appoggio. Il New York Times infatti, dopo averlo accusato di essere «un esperto di vittimismo politico» riconosce all' ex ministro dell' Interno di essere oggetto di «una persecuzione dei giudici nella quale ha pochi pari, fatta eccezione per Berlusconi». Da lontano a volte le cose si vedono con maggiore chiarezza. La sinistra Usa, pur non stimando Salvini, ha evidente che il processo ai suoi danni non ha nulla di penalmente rilevante ma è solo una mossa politica. Già di per sé, trattenere dei profughi su due navi militari, in attesa di trovare accordi con l' Europa per la loro distribuzione, è una decisione governativa e non un rapimento, tanto che in prima istanza gli stessi pm non avevano ravvisato gli estremi di un reato. Se poi si aggiunge che ora Matteo rischia di andare alla sbarra anche per aver vietato lo sbarco agli extracomunitari della Open Arms, nave di una ong battente bandiera spagnola, ecco che l' intera odissea giudiziaria del leghista diventa grottesca. Il mare è aperto e il battello umanitario era territorio di un altro Paese, quindi come poteva Salvini sequestrare qualcuno in un territorio nel quale non ha poteri né giurisdizione? Con il leader dell' opposizione, sinistra e magistrati riapplicano lo schema usato contro Berlusconi. Mentre però il Cavaliere fu attaccato per i suoi affari personali, suscettibili di generare invidia e disapprovazione, il capo della Lega viene processato per la sua politica sull' immigrazione, ovverosia per ciò che più gli ha consentito di allargare il consenso, garantendogli l' 80% del gradimento e applausi da più del doppio dei cittadini che lo votano. In sostanza, Salvini viene incriminato per aver risolto un problema e proprio da chi lo aveva generato, con le frontiere aperte e un atteggiamento supino nei confronti della Ue, alla quale fu consentito di disinteressarsi dell' emergenza immigrati. In questo modo, come sottolinea il New York Times, la sinistra italiana «riporta al centro del dibattito i successi del rivale» e il proprio fallimento, ingigantito dal fatto che, da che il Pd è tornato al governo, gli arrivi di clandestini sono cresciuti del 700% e l' esecutivo ha deciso di aumentare i fondi per l' accoglienza, facendo ripartire quella speculazione sui profughi da parte di coop e ong che aveva disgustato gli italiani. I dem sono in cortocircuito. Salvini gli ha rubato milioni di voti e, anziché chiedersene la ragione, il Pd vuole farlo fuori in modo sporco. Nel mentre, continua ad accusarlo di spargere odio, senza capire che trasformare il rivale vincente in vittima giudiziaria sbatte con la narrazione che lo dipinge come un orco. Essere i paladini dei giudici e degli immigrati irregolari non paga. Il giornale che fu più vicino a Obama ha provato a dirlo ai nostri dem, ma non c' è speranza che essi rinsaviscano: hanno il baco del masochismo nel cervello e la vocazione alla sconfitta nel dna. Sempre dagli Usa ieri è arrivata un' altra doccia fredda per i giallorossi. L' agenzia di rating Fitch, idolo dei democratici nostrani quando volevano abbattere Berlusconi a colpi di spread, ha sancito che l' Italia ha «un livello di debito pubblico estremamente elevato e una crescita del Pil molto bassa a causa dell' incertezza della politica economica governativa». Chissà se M5S aprirà, se non un processo, almeno un' indagine per verificare l' accusa. C' è da dubitarne. In ogni caso, qualora lo facesse, si autoassolverebbe e troverebbe il modo di incolpare Salvini e il centrodestra anche del suo fallimento. di Pietro Senaldi

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