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Gregoretti, lo sfogo di Pier Ferdinando Casini: "Se Speranza mette in quarantena dei cinesi va in galera?"

Marco Rossi
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Uno come Pier Ferdinando Casini, uno che ne ha viste tante, che è stato testimone dell' eliminazione di un' intera classe dirigente con Tangentopoli, in quel sì del Senato al processo contro Matteo Salvini con l'accusa di sequestro di persona per gli immigrati bloccati sulla motonave Gregoretti, non ci ha visto nulla di buono: solo un'altra picconata all'equilibro tra i tre poteri legislativo, esecutivo, giudiziario, in favore di quest' ultimo; di fatto, un altro passo indietro della politica. Lo scrive Augusto Minzolini nel suo retroscena sul Giornale in edicola giovedì 13 febbraio. Leggi anche: Gregoretti. Casini in Senato dice "no" al processo "Abbiamo creato un altro precedente", si lamenta davanti all'ascensore nei corridoi di Palazzo Madama l' ex presidente della Camera dimenticando che la ruota gira per tutti. "La prossima volta se Marco Minniti rimanderà indietro gli immigrati, ci sarà un giudice che lo accuserà di aver violato i diritti civili. Se il ministro della Sanità Speranza metterà 100 cinesi in quarantena per il coronavirus, magari spunterà fuori un giudice che lo metterà in galera", conclude Casini. Una lezione a chi continua a sostenere la tesi del "sequestro di persona", da Giuseppe Conte in giù.

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