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Silvio Berlusconi, altro processo: i giudici sparano sul pianista, rischia più di 4 anni

Cristina Agostini
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Non sparate sul pianista e sul Cavaliere, per carità. Ché già il Capitano è mezzo azzoppato. L'attacco concentrico dei giudici contro i leader di centrodestra sta assumendo la forma di una decimazione: presto rischieranno di ritrovarsi tutti in carcere a mettere su un nuovo sodalizio politico. La Prigione delle libertà. Scherziamo, anche se c'è poco da ridere. Dopo il via libera al processo a Salvini dato dal Senato due giorni fa, ieri un altro schiaffone dei giudici è arrivato nei confronti di Silvio Berlusconi, per il quale il pm di Siena Valentina Magnini ha chiesto 4 anni e 2 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari, nell'ambito del processo Ruby ter. In particolare, all'ex premier viene contestato il reato di aver versato somme di denaro al pianista senese Danilo Mariani, presente secondo la pm nelle serate di Arcore, per indurlo a falsa testimonianza sulla vicenda Olgettine. Spetterà ora agli avvocati del Cav, Federico Cecconi ed Enrico De Martino, convincere del contrario il collegio del tribunale di Siena presieduto dal giudice Ottavio Mosti. Intanto, per lo stesso Mariani, il pm ha chiesto 4 anni e 6 mesi, comprendendo il reato di falsa testimonianza oltre a quello di corruzione in atti giudiziari. I FILONI DELL'INCHIESTA - Si tratta solo di un filone del processo che riguarda molti altri imputati, ai quali - secondo l' accusa - Berlusconi avrebbe elargito soldi al fine di comprare il loro silenzio. Dopo la decisione del gup di Milano di spacchettare il Ruby ter, solo una parte è rimasta infatti nel capoluogo lombardo, mentre gli altri filoni sono stati trasferiti a Torino, Roma, Pescara, Treviso e Monza, con sempre l' ex premier imputato. Insomma, Berlusconi si trova alla sbarra in mezza Italia per lo stesso processo. La prima cosa da rilevare è che il Cav rischia la condanna in una costola del processo principale, il "Ruby", nel quale è stato invece assolto con formula piena. Risale al luglio 2014 la sentenza della Corte di Appello di Milano, poi confermata dalla Cassazione, che assolveva Berlusconi dal reato di concussione «perché il fatto non sussiste» e da quello di prostituzione minorile «perché il fatto non costituisce reato». Leggi anche:  Cav, in carcere fino alla fine: Ruby Ter, quanto chiedono di condanna per Berlusconi Quindi paradossalmente l'ex premier avrebbe corrotto delle persone per dire falsa testimonianza in merito a un reato da lui mai commesso. Venendo al merito della richiesta di condanna a Siena, secondo l'accusa Berlusconi avrebbe versato sul conto di Mariani circa 170mila euro in tre anni, dal 2011 al 2013, come rimborso spese, in modo da indurlo a mentire. Questa tesi viene tuttavia sconfessata da un perito di parte della difesa di Berlusconi, il commercialista Andrea Pierini, che ha analizzato i documenti contabili e gli accertamenti di Gdf e Agenzia delle Entrate: in base alle sue dichiarazioni, i bonifici effettuati da Berlusconi a Mariani erano compensi dovuti alle sue prestazioni professionali di musicista tanto da essere stati portati a tassazione. Un altro elemento a difesa di Berlusconi è la testimonianza di Marco Ciacci, attuale comandante dei vigili urbani di Milano, e all'epoca delle indagini sul Ruby ter capo della sezione di Polizia giudiziaria che si occupava delle intercettazioni sulle telefonate delle ragazze a Spinelli, contabile del Cav. Telefonate in cui le ragazze avrebbero chiesto altro denaro a Berlusconi. Ma nelle quali, aveva detto Ciacci, «non c' è qualcosa di riferibile a Mariani». LE CARTE DELLA DIFESA - Da ultimo, c' è la dichiarazione del luogotenente della Guardia di Finanza Antonio Tascini, che ha svolto la verifica fiscale sui conti di Mariani: il finanziere, a domanda dell' avvocato Cecconi, ha ammesso che l' indagine della Finanza si è svolta solo sui tre anni 2011-13. Il che impedisce di capire se Mariani avesse avuto versamenti da Berlusconi per prestazioni professionali anche negli anni precedenti. Insomma, tanti punti sono da chiarire. Ma resta un problema di fondo: mentre Berlusconi è stato riabilitato politicamente, con la possibilità di essere di nuovo candidato ed eletto (come infatti è avvenuto), si ritrova imputato in sette tribunali d' Italia. Considerando i tempi lunghissimi dei processi, ciò rischia di inficiarne enormemente l' agibilità politica. Che sia fatta giustizia, per carità. Ma in modo rapido e concentrato. Il processo diffuso rischia di sembrare solo una persecuzione. di Gianluca Veneziani

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