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Matteo Renzi contro Conte, retroscena: sgancia la bomba a Porta a porta? Il nome del nuovo premier (del Pd)

Giulio Bucchi
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Farà di tutto, Matteo Renzi, per cambiare questo governo. Per rimandare a casa, anzi al suo studio professionale, l' avvocato Giuseppe Conte. Nessuna tregua, nessuna retromarcia. La guerra è dichiarata, il logoramento deciso. I rapporti umani tra i due, Renzi e Conte, sono a zero. E, come è nel personaggio, la battaglia finirà solo quando uno dei due rimarrà in piedi. Una strategia che si basa su una certezza, messa nera su bianco anche ieri nella e-news straordinaria mandata ieri dal leader di Italia Viva ai suoi sostenitori: «Se cade il Governo Conte Bis, ci sarà un nuovo Governo. Non le elezioni».  Leggi anche: "Nessuno di Forza Italia con Conte". Gasparri azzoppa il premier Perché le elezioni a breve, per un incrocio di circostanze, sono impossibili. «Dopo il referendum di marzo», spiega sempre nella enews, riferendosi al referendum sul taglio dei parlamentari, «vanno rifatti i collegi e dunque servono tempi tecnici». Ma anche dopo settembre, Renzi è convinto che non si voterà. Se nascerà un governo, ragiona coi suoi, durerà fino al 2023. Per il motivo semplice, ma di una qualche forza, che «nessuno vuole andare a votare». Non Italia Viva, ovviamente, perché i sondaggi sono troppo bassi, ma nemmeno il M5S, che è il primo partito in Parlamento. E su questo Renzi ha scommesso tutto. Non vuole Forza Italia e non vogliono la gran parte dei parlamentari del Pd. Chi può essere sicuro di riavere lo scranno dove ora siede? Allora, è il ragionamento dell' ex premier, tanto vale provare a farlo fuori, questo Conte Bis. Le alternative - Le alternative che Renzi ha in mente sono tante: Raffaele Cantone, Roberto Gualtieri, Dario Franceschini oppure, perché no, un altro esponente del Pd, uno dei big, uno a cui il Pd non potrebbe dire di no. Per esempio Nicola Zingaretti. A dispetto delle apparenze, i canali con il Pd sono aperti. Anche se, per ora, dal Nazarano si risponde respingendo ogni lusinga. «Dopo questo governo, ci sono le elezioni», si ripete. Per quanto i maligni, in Transatlantico, ricordavano ieri le frasi assertive che il Pd pronunciava questa estate («Dopo il governo gialloverde, si vota»). Insomma, in politica tutto è possibile. Nel Palazzo si fanno strada due scenari: un esecutivo senza Conte per traghettare al voto o un governo Conte senza Iv. Certo, nella enews Renzi smentisce di voler far cadere l' attuale premier. «Nessuno di noi ha detto che vogliamo sfiduciare Conte. Abbiamo detto che non condividiamo la battaglia sulla prescrizione. E che faremo valere su quella i nostri numeri. Punto». Mette in chiaro, però, che sulla prescrizione non verranno fatti sconti. «Noi su questo non torniamo indietro». Il gioco del cerino, insomma, è cominciato. Gioco di nervi - La strategia è evidente: Renzi farà di tutto, da qui a Pasqua, per far saltare i nervi a Conte, per pungolare lui e il Pd. Senza mai rompere. Perché deve essere l' altro a farlo. Un passaggio importante sarà mercoledì, a Porta a Porta. «Vogliono sapere come la pensa Italia Viva sul governo? Glielo spiegherò bene», risponde, pregustando lo show. Intanto i suoi, ieri, festeggiavano quella che, a loro parere, è una «vittoria oggettiva». «Conte per una settimana ha provato a creare un' altra maggioranza, a farci fuori sostituendoci con i fantomatici Responsabili, e non c' è riuscito. Non è riuscito a portare dalla sua neanche un senatore». Come scrive Renzi: «Da giorni», continua ancora Renzi nella enews, «molti nostri senatori sono avvicinati da inviti a lasciare Italia Viva. Alcuni di loro sono già stati indicati da taluni media come pronti alla fuga. Se dieci senatori di Italia Viva passassero dall' altra parte ci sarebbe il Conte ter. Io non ci credo... Per me, non hanno i numeri e se ne stanno accorgendo proprio in queste ore. Ma se avranno i senatori che stanno cercando e i numeri per il Conte ter noi saremo felicemente all'opposizione». Naturalmente la versione di Palazzo Chigi e del Pd è un' altra. I responsabili ci sono ma verranno fuori se e quando ce ne sarà bisogno. Intanto ieri Gelsomina Silvia Vono, senatrice di Italia viva, ospite di "Un giorno da pecora" su Rai Radio 1, ha smentito di essere tra coloro che potrebbero sostenere la maggioranza in caso di voto contrario alla fiducia: «No. Non so come sia finita tra queste fake news. Io sostengo Iv e Matteo Renzi, fino alla fine». Intanto, in un clima surreale vanno avanti i tavoli di maggioranza a Palazzo Chigi su Agenda 2023. Ieri si è parlato di scuola e di salute, con Italia Viva seduta accanto agli altri e in un «clima disteso e collaborativo», riferiscono i presenti. Tanto, non c' è fretta. Il cerino, prima di spegnersi, dovrà passare ancora di mano in mano. di Elisa Calessi

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