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Coronavirus, Conte senza ritorno: "Prove di strage di Stato", dimissioni vicine?

Caterina Spinelli
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Chiedete scusa, almeno un pochino, per favore. Un po' di onestà. Non pretendiamo il harahiri del samurai per salvare l' onore dopo aver condannato l' Italia all' invasione del Covid-19. Ma almeno il coraggio di guardare i fatti e di porsi la domanda: dove abbiamo sbagliato? Invece niente. Il premier Giuseppe Conte e il ministro della salute, Roberto Speranza, si lodano e si imbrodolano. Appena arrivato in Lombardia per la conferenza stampa, Speranza si è inchinato davanti alla propria bravura: «Le misure messe in campo sono al più alto livello europeo. Siamo stati gli unici a fermare i voli dalla Cina». Vuoi la medaglia? E allora perché, se siete stati i migliori, siamo oggi lo Stato europeo con il maggior numero di contagi da Coronavirus, il primo del Continente che ha registrato morti non di origine cinese, l' unico dove è stato necessario porre in essere misure eccezionali dopo l' esplosione del bubbone, piuttosto che adottare misure sanitarie obbligatorie (sì, obbligatorie) invece che alzare la percezione del pericolo? All' ospedale di Codogno, provincia di Lodi, c' è stato il primo caso conclamato. Questo povero ragazzo, che ha contagiato la moglie incinta, ha fatto la spola tre volte al pronto soccorso, prima che si pensasse al Coronavirus. Che protocolli - magari riservati per non generare panico - sono stati consegnati al personale sanitario? C' è un problema. I medici sono gente come noi. Sono influenzati dall' opinione pubblica, in assenza di disposizioni chiare e obbliganti. E il segnale dato dal governo, nascosto dietro scienziati (funzionali alla loro politica?) è stato: nessun allarmismo, l' unico allarme è il razzismo. Questa sottovalutazione è stata un fattore decisivo per abbattere i muri alla penetrazione del contagio. La classe politica di sinistra, fino ai più alti livelli, il ceto intellettuale giornalistico più accreditato, si è concentrato nella lotta al "vero" virus: il razzismo! Si sono inventati un nemico per il comodo della loro propaganda. E il prezzo lo stiamo pagando noi. MASCHERA SUGLI OCCHI Come fa Nicola Zingaretti a circolare senza la mascherina: non sulla bocca, ma sugli occhi per non farsi riconoscere? Perché non si veste di sacco e va a curare i malati a Codogno, dando il cambio agli infermieri? Com' è noto la quarantena è in atto in numerose cittadine di Lombardia e Veneto. I governatori di queste regioni, Attilio Fontana e Luca Zaia, ai primi di febbraio, dopo aver preso appunti di quel che consigliavano scienziati autorevoli, hanno chiesto misure di prevenzione severe. Tutelare i più piccoli. Consegnare all' isolamento domestico con relativo monitoraggio medico, i piccoli rientrati dalla Cina: gialli o bianchi che fossero. Per dimostrare che non c' era razzismo, Fontana andò a mangiarsi ravioli cinesi nel quartiere dove gli orientali lavorano sodo. La quarantena è autotutela e tutela della propria comunità. Macché. Razzismo. E d ecco arrivare al galoppo, sul destriero di Gengis Khan, sventolando lo stendardo del celeste impero proprio lui, Zingaretti. Sulla prima pagina di Repubblica usa la scimitarra contro i governatori del Nord: «Allarmismi ridicoli». Un anatema da libro di storia. Per sottolineare che non c' è da aver paura, che il nome pandemia va evitato, ci si nascose dietro la misura importante ma che non serve a niente se resta fine a sé stessa dei voli annullati da e per Pechino e dintorni: e quelli che, volati via da zone infette, arrivano a Fiumicino o Malpensa da aeroporti africani o arabi o finlandesi? ANTIVIRUS Fontana (non il direttore dl Corriere della Sera, ma Attilio il governatore) fu definito sui social «sporco razzista». Nel frattempo, l' altro Fontana (il direttore, a nome Luciano) ospitò una serie di editoriali sul Corriere. Uno di Massimo Gramellini intitolato: «Antivirus». Che si riferisca alla scoperta del vaccino ammazza-Covid-19? Oppure annunci soddisfatto la quarantena per tutelare categorie a rischio? Sciocchini ignoranti. Che credete? L' antivirus è quello iniettato dal capo dello Stato, il taumaturgo San Sergio Mattarella. Il quale visitando a Roma «gli scolaretti cinesi... bambini di una comunità demonizzata» ha acceso, in questo buio mondo, «il barlume di speranza». Speranza (Roberto) a questo punto deve essersi sentito chiamato in causa come ministro. Alé contro il virus di destra, altro che quel coglione innocuo di Covid-19. Il 14 febbraio il Corriere gli va in soccorso. Titolo del fondo: «Il vaccino del buon senso». Per l' establishment il buon senso coincide con il negazionismo del Coronavirus: ad essere minacciose sono «epidemie di razzismo e accessi di xenofobia». Chiaro no? Il problema per questo governo non è difendersi dal virus reale, concreto, visibile per impedire che corra con il coltello tra i denti nelle vene di piccole vedette lombarde, tamburini sardi, figli di mandarini di Canton. Il virus davvero spaventoso è il razzismo contro i cinesi. Semmai accade il contrario. Un fanatismo pro comunismo giallo. Una creduloneria pericolosissima. Mentre Libero segnala le menzogne di regime, Repubblica si prostra al premier cinese eroico: «Xi in pubblico e con la mascherina. Pechino contro Roma: misure eccessive». LE PATERNALI ECCESSIVE? Ministri cari, Conte e Speranza in testa, ma soprattutto senza, restate pure in sella fino a quando l' epidemia sarà debellata. Ma poi dovrete fare come Francesco Cossiga, una volta ritrovato il corpo di Moro, si dimise perché come ministro dell' Interno non aveva saputo impedire la strage di via Fani, il rapimento e l' assassinio dell' amico (1978). Ora circola la paternale non contro le guardie rossogialle che non hanno vigilato abbastanza, ma contro chi fa notare le loro deficienze catastrofiche. Ci fanno sapere: non servono le recriminazioni, bisogna stare uniti, eccetera. Le conosciamo queste prediche. Andate in piazza dieci secondi a battervi il petto, dicendo: abbiamo sbagliato, dovevamo ascoltare Roberto Burioni, che urlava come Cassandra: non si fa abbastanza, ce ne pentiremo. Ma a dargli ragione eravamo solo noi razzisti. di Renato Farina

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