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Renzi detta le condizioni a Letta

Enrico Letta e Matteo Renzi

Lucia Esposito
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Matteo Renzi si sta giocando la sua partita. Ha portato a casa già una piccola ma non trascurabile vittoria: che il passaggio parlamentare avvenga dopo le primarie del Pd, ma non il giorno dopo. La "verifica" parlamentare su Letta ci sarà il giorno undici dicembre in modo che il "partito di maggioranza possa assumere una posizione". Il sindaco di Firenze non ha alcuna intenzione di fare sconti a Letta, ormai è chiarissimo che Renzi vuol tenere in mano il testimone  e per questo ha posto due condizioni fondamentali per la fiducia a Letta. Due punti fermi. "O entro due mesi vengono approvate in almeno un ramo del Parlamento la riforma della legge elettorale e l'abolizione del Senato (che sia un'abolizione vera, non una cosa vaga come quella profilata da Quagliariello" oppure che senso ha andare avanti?", ha spiegato Renzi al Corriere della Sera. Il sindaco non ha dubbi, "finora Letta è rimasto inchiodato al tormentone dell'Imu prima per accontentare Berlusconi, ora perché lo chiede Alfano. Ma non può essere questa la strada". Altre due condizioni a Letta (quasi impossiboli) le ha imposte Giorgio Napolitano. Un incontro in cui si è dicisi di fare votare la fiducia l'undici dicembre. Una data non casuale. Far votare la fiducia prima della fine di questa settimana sarebbe stato poco riguardoso per un Pd impegnato nella campagna elettorale al suo interno. Far passare altri giorni avrebbe potuto avere il sapore di una mancanza di attenzione verso chi quel passaggio ha chiesto con forza. Nel mezzo è la virtù. Come la virtù dei forti è la calma, di fronte soprattutto alle intemperanze verbali di questi ultimi due giorni.  Le condizioni di Giorgio - Ma oltre alla data della fiducia, Napolitano ha dato anche un programma a Letta. Perché Letta stabilizzi il quadro politico, servono nuove (anche se meno larghe intese). Serve, come riporta il Corriere, un patto di lavoro condiviso su una base comune. Non si può prescindere da quella che è l'ossatura dell'agenda con cui, sette mesi fa, Letta ha ottenuto la fiducia (e quindi l'Imu sulla prima casa, i tagli alla politica, interventi sullo scudo fiscali). a a questi punti il presidente della Repubblica ne ha aggiunti altri: la questione carceraria, inclusa in una più ampia riforma della giustizia su cui insiste il centrodestra, e la questione immigrazione diventata prioritaria dopo la strage di Lampedusa e il dramma dei cinesi a Prato. E' necessario inoltre la riforma elettorale. 

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