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M5S, Beppe Grillo: "Sono un partigiano, guido la resistenza"

Il leader Cinque Stelle prepara la sua discesa a Roma e mobilita i suoi: "Siamo noi la nuova resistenza. Pronti a tutto. La democrazia non c'è più"

Ignazio Stagno
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Solo ieri il grillino Tofalo aveva detto: "Boia chi molla". Dopo la bagarre alla Camera per la "ghigliottina" della Boldrini sul decreto Imu-Bankitalia i Cinque Stelle cambiano rotta e dalle citazioni fasciste passano a quelle partigiane. E a farlo è proprio il "caro leader" Grillo che annuncia di "essere un partigiano e di guidare la nuova resistenza". Insomma in casa Cinque Stelle regna sovrana la confusione. C'è chi cerca un'identità a destra e chi invece la cerca a sinistra. "Sono un partigiano" -  Beppe adesso si sente un partigiano e così aizza i suoi e prepara la battaglia:"Noi siamo la Nuova Resistenza". Domani "vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi".  Dal suo blog Beppe prepara l'offensiva contro la Boldrini e contro la Casta: "Noi rispettiamo quello che abbiamo detto: devono andare a casa tutti, a iniziare da lui, che studiava all'università in tempo di guerra. Uno che diceva che il fascismo bisognerebbe esportarlo in Unione Sovietica! È un uomo che dovrebbe essere a casa e invece sta spalleggiando questa legge elettorale incostituzionale. Non è possibile che sia senza il voto di preferenza, con un premio di maggioranza abnorme, con il doppio voto che chi vince va al ballottaggio e prende tutto. E' una legge fatta per tagliare fuori il MoVimento 5 Stelle, l'ha detto anche il Ministro Mauro, se l'è fatto scappare a Porta a Porta, poi se n'è accorto, si è fermato, tutti gli altri hanno cambiato subito argomento. Una legge elettorale così non l'ha fatta neanche Acerbo al tempo del fascismo, che c'era un premio di maggioranza inferiore a questo". Dopo le critiche alla legge elettorale, Beppe raduna i suoi parlamentari e lancia la sfida: "Noi affronteremo tutto, andiamo avanti e continuiamo a andare avanti. La democrazia non c'è più, sostituite la parola democrazia con governabilità. La sfida -  La dittatura della governabilità. È un momento strano, noi ci siamo in mezzo, noi siamo gli acceleratori di un processo che ormai è stato attivato. Io voglio un orizzonte per l'Italia e lo troveremo andando in Europa e cambiando gli accordi. Li cambieremo là, rivedremo tutta la posizione dell'Italia là. Per adesso ci stiamo svendendo tutto, attraverso questa classe politica e economica che va sostituita e spazzata via. Io vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi".

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