Matteo Salvini, in retroscena di Augusto Minzolini: "Sta per arrivare il tifone, ora è in trappola"

di Cristina Agostinidomenica 7 aprile 2019
Matteo Salvini, in retroscena di Augusto Minzolini: "Sta per arrivare il tifone, ora è in trappola"
2' di lettura

"Prima era Luigi Di Maio a essere sotto i fulmini e ora rischia di finirci Matteo Salvini, sempre più visto come il perno del governo. E poi esagera con il protagonismo". A parlare è il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Un'opinione condivisa da molti, anche dai leghisti fedelissimi di Salvini, secondo quanto riporta Augusto Minzolini in un retroscena su Il Giornale. E se la meteorologia politica è "una scienza quasi esatta", il tifone è in "avvicinamento" sulla testa di Salvini. Nelle prossime settimane, scrive Minzolini, "il deus ex machina, l'architrave di un governo che piace sempre meno e che la crisi economica sta mettendo alla sbarra, sarà sempre più il Matteo leghista". Leggi anche: Vittorio Feltri e il grave errore di Salvini: "Poteva annientare Di Maio, ha preferito salvare il governo" Salvini cresce nei sondaggi ma questo dato "se da una parte gli assicurerà più potere, dall'altra lo trasformerà nel «bersaglio grosso» di quelli, in crescita, che paragonano l' attuale equilibrio politico ad una delle sette piaghe d' Egitto. Il pericolo per il leader leghista, quindi, è che se non «staccherà la spina» o per dare vita a un nuovo governo o per andare a elezioni (opzione che ha una tempistica sempre più improbabile), si troverà a essere percepito come il Premier «ombra», il vero capo di un governo che non funziona. Con il rischio di logorarsi senza essere neppure andato a Palazzo Chigi". Lo sanno bene i leghisti, lo ammette Gianmarco Centinaio: "Il rischio è proprio questo ed è grosso. Glielo diciamo tutti e tutti i giorni, ma lui da questo orecchio non ci sente". Salvini sta diventando il "nuovo parafulmine del governo sul quale fatalmente si scaricheranno tutte le tensioni: e non è mai successo che un esecutivo in discesa nell'indice di gradimento (una settimana fa era al 37%, cioè dieci punti in meno della somma delle percentuali dei due partner di maggioranza), riesca a risalire la china". "È una preoccupazione - confida l'umbro Riccardo Marchetti - condivisa da ministri e sottosegretari. Speriamo che se crollano al 20%, siano i grillini a staccare la spina".

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