Matteo Renzi, riforma elettorale: Italicum valido solo per la Camera

di Andrea Tempestinidomenica 9 marzo 2014
Matteo Renzi, riforma elettorale: Italicum valido solo per la Camera
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Cambia le carte in tavola, Matteo Renzi. Cambia i punti dell'accordo. E ora, l'accordo, rischia di saltare. Il tema è quello dell'Italiacum, la riforma elettorale che domani, martedì 4 marzo, arriverà in aula alla Camera (oggi il termine ultimo per presentare gli emendamenti). Silvio Berlusconi è sempre stato chiaro: "Appoggiamo il provvedimento a patto che non vengano cambiati i termini" che erano stati decisi nel cosiddetto patto del Nazareno tra il Cav e l'allora sindaco di Firenze. Ma i termini, ora, starebbero per cambiare. L'idea - Il punto è che Ncd, al pari della minoranza del Pd, vuole che la legge elettorale viaggi di pari passo con l'emendamento Lauricella, ossia il comma che prevede il varo dell'Italicum solo dopo l'abolizione del Senato. I patti con Forza Italia, però, non erano questi. Così Renzi, dopo un lungo colloquio con Alfano avvenuto nel pomeriggio di domenica, avrebbe trovato una possibile soluzione, da puntellare in mattinata. Niente emendamento Lauricella, l'idea sarebbe quella di far valere l'Italicum solo per la Camera dei deputati e non per il Senato. Almeno non per ora: approvare il testo il più in fretta possibile, possibilmente nel giro di due mesi, senza collegarlo alle riforme istituzionali. Patti traditi - Un escamotage, quello di Renzi, che equivale a disattendere i patti. Infatti, seguendo questa via, il segretario del Pd, nei fatti, porrebbe sotto scacco il Parlamento: le elezioni anticipate sarebbero sì possibili, ma alla Camera si voterebbe con l'Italicum mentre al Senato con il "Consultellum", ossia il Porcellum depurato dalla Consulta e simile in tutto e per tutto a un proporzionale puro. Dunque l'Italia potrebbe sì votare, per poi precipitare in un baratro istituzionale, ossia per poi precipitare nella più assoluta instabilità politica. Una sorta di ricatto (come si potrebbe andare a votare in un contesto e con una legge simile?) con cui Renzi cerca di tenersi buono l'alleato Alfano e di salvare la faccia con Berlusconi, sostenendo una tesi falsa, ossia che gli accordi, nei fatti, non siano stati disattesi. "Niet" azzurro - Per inciso, la possibilità che per Camera e Senato vigano due leggi elettorali differenti è contemplata e costituzionalmente plausibile. Forza Italia, però, con assoluta probabilità si metterà di traverso rispetto a questa soluzione bizantina. Tanto che Renato Brunetta, intervistato da Repubblica, già spiega: "Via il lodo Lauricella, oppure salta l'accordo sulla partita elettorale. Con il lodo, il premier torna ostaggio dei partitini". E Renzi, avallando la possibilità di rendere effettivo l'Italicum solo per la Camera, parimenti si rende ostaggio dei partitini, garantendo loro - o almeno provando a farlo - una legislatura più lunga. Le ragioni - Ma perché il premier è pronto a questa (ennesima) piroetta? Perché vuole cambiare le regole del gioco quando aveva deciso d'intesa con Berlusconi? Un motivo è già stato snocciolato: evitare l'accelerata verso le elezioni che Angelino Alfano e parte del Pd non vogliono. Poi, sempre dalle pagine di Repubblica, arriva un'altra chiave interpretativa: un sondaggio. Secondo la rilevazione Demos, la fiducia nel governo Renzi è al 56% (una cifra molto alta e in ascesa), mentre la fiducia nella persona di Matteo Renzi, altrettanto in ascesa, è al 64 per cento. Cifre che devono aver ulteriormente rinfrancato il già elefantiaco ego di Matteo, pronto a tradire ogni patto pur di fare, sempre e comunque, di testa sua.