Scelta Civica, Monti: "Mi dimetto da presidente"

L'ex premier dice addio alla sua creatura politica e sbatte la porta: "Vi siete aperti a nuove alleanze che non mi piacciono. Bombassei al suo posto
di Ignazio Stagnodomenica 20 ottobre 2013
Il premier Monti visto da Benny in versione harakiri

Il premier Monti visto da Benny in versione harakiri

2' di lettura

Mario Monti alla fine molla. Il Loden si dimette dalla presidenza di Scelta Civica e abbandona la sua creatura politica. ''Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica''. Mario Monti lascia la guida del movimento che ha creato. ''La presidenza -dichiara- verra' assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all'attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani -annuncia- lascero' il gruppo Sc del Senato e chiedero' l'iscrizione al gruppo misto. Nella mia veste di senatore a vita, non verra' meno il mio impegno per contribuire all'affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l'Italia continueranno a battersi''. "Il partito non mi piace più" -  L'addio del Prof fa rumore. Le sue sono parole pesanti. L'ex premier critica le possibili nuove alleanze di Scelta Civica che a quanto pare non condivide: "Il superamento di Scelta Civica in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto e' dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica e' nata''. “Undici senatori”, spiega il senatore a vita, “appartenenti al Gruppo di Scelta Civica – Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D’Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi – hanno rilasciato una loro dichiarazione congiunta. Non posso non intendere la dichiarazione degli ‘undici più uno senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto”.   Contro Mauro - Poi Monti mette nel mirino il ministro Mario Mauro e la sua "fiducia incondizionata sul governo": "In questi giorni – scrive – il senatore Mauro, con dichiarazioni ed iniziative, è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo, posizione legittima, e naturale in chi fa parte di un governo, ma che non è la linea di Scelta Civica, linea definita dai suoi organi direttivi e confermata nella proposta del ‘contratto di coalizione’; dall’altro, il superamento di SC in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata. Per i quali ho accettato di impegnarmi, di impegnare il mio nome e, con esso, di favorire l’ingresso o il ritorno in Parlamento di candidate e candidati che si sono formalmente impegnati a battersi per realizzare quella che essi stessi hanno chiamato ‘Agenda Monti”. La storia con Monti non è stata tenera. Fu lui a spodestare il Cav da palazzo Chigi nel novembre del 2011. Adesso il destino ripaga il Prof con la stessa moneta. Ha perso pure il partito e ha conosciuto ancora una volta la parola "dimissioni". 

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