Parabola Grillo: l'epurator è peggio dei partiti

Espulsi i "ribelli" Salsi e Favia. Con la gestione autoritaria e quasi divina, il comico andrà a sbattere
di Matteo Legnanidomenica 16 dicembre 2012
Parabola Grillo: l'epurator è peggio dei partiti
3' di lettura

C’è un momento in cui il successo e l’esposizione portano a inevitabile commistione e dunque corruzione della purezza della setta? Era inevitabile che il grillismo si scontrasse con il sangue il sudore e gli escrementi della politica, e rischiasse di finire male? Non sono tra coloro che dopo il risultato siciliano hanno gridato al flop, (...) (...)  al contrario, quel più o meno diciotto ottenuto agli antipodi, e grazie a qualche vaffanculo e a una nuotata in puro stile maoista, mi è sembrato  tanto eccezionale quanto incredibile. Solo dopo, a me pare, è cominciata la crisi, solo dopo, con la necessità di farsi partito più o meno come gli altri, è partita la reazione, la fatica, lo scontro intestino. I ragazzi che Grillo caccia hanno il torto di averlo capito per primi; sono finiti in un consiglio comunale o provinciale, si sono ritrovati alle prese con delibere da scrivere e votare, decisioni da prendere e condividere, inviti mediatici che non solo è impossibile rifiutare ma che è indispensabile cercare di procacciarsi, e lo scontro con il guru e il para guru si è fatto inevitabile. Quello che non ha capito è lui, il miliardario del popolo, il comico degli arrabbiati, il mescolatore di spettacolo e invettiva. Non ha capito che di qui al Parlamento l’assenza totale di regole e compromessi, la gestione autoritaria e quasi divina che lo ha fatto sembrare diverso ai più ingenui e ai più esasperati  andrà pesantemente a sbattere. Ci vuol altro per restare una autentica novità nell’Italia sotto tutela di Germania del 2012 quasi 2013. Il primo fallimento si è consumato  nella pantomima delle parlamentarie, una roba di quattro gatti che si sono votati tra quattro gatti sotto la tutela accigliata del Capo, e sotto le naturali prime salve di critiche e proteste degli esclusi. Ora tocca agli amministratori che scalpitano, e c’è poco da cacciare arrogantemente. Scommettiamo che con la raccolta firme scoppia il Casino? Ci azzardiamo a immaginare come finirà con il gruppo di Camera e Senato? Lui sembra immutabile, lui sembra poter scegliere solo l’arroccamento autoritario. Le sue sono ormai non più frasi da rivoluzionario, è quasi il crepuscolo e siamo al dittatore ferito, frasi storiche, di quelle che necessiterebbero di adeguato pulpito o hai visto mai di storico balcone. Quando  Beppe Grillo caccia i reprobi,  i “dissidenti” Federica Salsi e Giovanni Favia, e vieta loro di  di usare il logo del Movimento 5 stelle,  dice proprio così: «Chi fa domande su domande sulla democrazia interna è fuori», e «Fuori dalle palle».  Scusate se è poco, e se è inutile obiettare che i due sono consiglieri regolarmente eletti, che i loro crimini si riducono a  uno che ha espresso qualche critica alla gestione del vertice, all’altra che è semplicemente andata a un talk show, e che a tutti e due gli sono pure toccate minacce di morte estese alla famiglia.  Ha deciso da solo Grillo: «A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l'utilizzo del logo del MoVimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri». E ha firmato:  Beppe Grillo.  Non ci sono dirigenti con deleghe, non c’è proprio la struttura di partito, c’è il capo con aureola circonfusa, che usa sapientemente spettacolo e turpiloquio. Ci manca un ameno una prece, e i due poveretti sono serviti. Non rimane che piangere o andare dalla Gruber. Ma il dittatore non ha previsto la rivolta di popolo, prima timida poi sempre più forte. Una per tutte è perfetta: «Se il movimento 5 stelle deve diventare la nostra Alba Dorata meglio uscirne subito. Grillo ha completamente perso il controllo. All'inizio, quando mi sono avvicinata al meetup, le cose erano molto diverse». È Serenella Spalla, candidata alle parlamentarie del movimento 5 stelle, la quarantacinquesima esima in Emilia Romagna. Ora se ricordate che Alba dorata è l’esecratissimo movimento neo nazista cresciuto in Grecia nella crisi ultima, è chiaro a tutti quale potenza di fuoco la protesta del grillino ex adorante ora risvegliato possa produrre. Sarà una campagna elettorale per cuori resistenti. di Maria Giovanna Maglie

ti potrebbero interessare

altri articoli di Politica