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Conte, la strada difficile per il suo governo. Nel destino c'è almeno il rimpasto

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Nonostante l'emergenza coronavirus, la poltica continua a fare il suo corso. Quello delle manovre, delle strategie sulle maggioranze alternative e sul possibile cambio in corsa del premier Conte. Perché nel Pd come dentro il M5s c'è chi non scommette che Conte firmerà la prossima legge di Stabilità. Lo scrive oggi il Corriere della sera. Ogni provvedimento innesca scontri politici e istituzionali tra governo e regioni, imprenditori e sindacati, maggioranza e opposizione. Queste considerazioni sono al centro di colloqui bipartisan dove emerge la preoccupazione che la politica (senza alcuna eccezione) possa essere travolta: perciò si tenta di capire come accompagnare, se non guidare, questo eventuale processo. C'è un'area dem (ma anche dei 5 Stelle ) che guarda con favore a un gabinetto guidato da Mario Draghi, L'altro pezzo di Pd (e di M5S) - a trazione governativa - ragiona invece su un futuro rimpasto.

 

 

Ma l'interrogativo comune è se Conte abbia le doti e la forza di gestire un simile scenario. Ed è palpabile un certo scetticismo. Il premier - secondo alcuni della maggioranza - si è distinto finora per la tecnica comunicativa, ribattezzata "responsabilità a geometrie variabili": pronto ad afferrare i suggerimenti e a farli propri, ma scaricando sugli altri i passi falsi. Questa tattica rischia di produrre l'effetto boomerang, perché a forza di rifugiarsi dietro le scelte dei tecnici, si offre l'immagine di una politica deresponsabilizzata e incapace di decidere.  Ecco il motivo per cui ai vertici del Pd si sono avvertiti dei mugugni anche su Gualtieri.

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