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Giuseppe Conte governa da solo? L'accusa di Matteo Salvini e Giorgia Meloni: "Una cabina di regia da facciata"

Tommaso Montesano
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Giorgia Meloni si è sfogata la mattina in diretta tv: «Francamente ci sono rimasta di stucco. In privato chiedono collaborazione, ci ringraziano perché le nostre proposte sono serie. In pubblico, invece...». Matteo Salvini ha fatto lo stesso in serata, ma alla radio: «Lasceremo giudicare gli italiani in base ai fatti. Per il momento ci hanno detto "mandateci le proposte". Purtroppo finora è stato un ascolto di facciata». Per la Lega, a fronte di un cospicuo pacchetto di interventi chiesto dall' intera opposizione al decreto "Cura Italia" - poco meno di 200 emendamenti - sono state «tutte chiacchiere». La presidente di Fratelli d' Italia, dalle telecamere dell' Aria che tira, rivela che «Conte l' ultima volta che ci ha visto voleva collaborare di più». E invece il presidente del Consiglio, al di là di quello che accade dietro le quinte negli incontri tecnici, continua ad attaccare le opposizioni definendo di fatto «irrealizzabili» le loro idee. «Roberto Gualtieri (il ministro dell' Economia, ndr) ci ha fatto i complimenti, ma poi le nostre proposte le rimodulano come vogliono», dicono da Fratelli d' Italia.

 


È accaduto, ad esempio, per la "cassa integrazione per tutti" e i bonus per autonomi e baby sitter e per i congedi parentali retribuiti. Tutti più bassi delle proposte iniziali. Come sarà sicuramente al ribasso la somma globale per affrontare l' emergenza, con la leader di FdI che chiede almeno «100 miliardi di euro» e il governo che tiene le carte coperte perfino per il "decreto aprile". Ieri sera Meloni - che ha già visto cadere nel nulla la proposta di concedere subito 1.000 euro a chi ne fa richiesta senza ulteriori orpelli burocratici - ha aggiunto alla lista il no del governo all' uso dei «voucher per affrontare le prossime campagne di raccolta» in agricoltura.


Lo stesso lamenta la Lega, che accusa Gualtieri di "scippo". Ieri il titolare dell' Economia ha comunicato con enfasi la concessione della liquidità alle imprese con garanzia dello Stato. Una proposta del Carroccio. Lo stesso è accaduto con l' idea di favorire gli investimenti dei risparmi degli italiani fermi sui conti correnti. Per il resto, «tutte chiacchiere». Ecco perché in serata Salvini, ospite di Zapping, attacca: «Vedremo se la cabina di regia, da facciata, si trasformerà in vera e propria collaborazione». Ma anche il Pd inizia a mettere in discussione la filiera decisionale che vede in Conte e nel comitato tecnico-scientifico i soli decisori unici nella fase di emergenza. Ieri è stato lo stesso segretario, Nicola Zingaretti, a chiedere l' istituzione di un' altra «cabina di regia» - stavolta per togliere potere dalle mani di Conte - che si faccia carico della fase 2: ovvero di come ripartire, da cosa e, soprattutto, quando. «Servirà una cabina di regia per tornare alla normalità, e deve partire dall' evidenza di non commettere errori», ha messo a verbale Zingaretti. Per il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, al tavolo dovrebbero sedere «Enti locali, Regioni, esperti sanitari, economici e statistici». Un cordone sanitario intorno a Conte, in pratica.

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