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Silvio Berlusconi, "mani libere". Retroscena dal cuore di Forza Italia: la strategia con Conte, Salvini e Meloni

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Niente «accordi politici», ma «una mano» a chi ha il compito di guidare il governo in questo momento di emergenza. Silvio Berlusconi spiega così l' atteggiamento non ostile di Forza Italia verso Giuseppe Conte. Non si può parlare di inciucio, secondo il Cavaliere, né di soccorso azzurro, per sollevare il premier dalla difficoltà di interloquire con un Matteo Renzi sempre più indisciplinato. I voti di Fi non sostituiranno quelli di Italia Viva. Anche perché il Quirinale ieri è stato categorico. Ha fatto trapelare che, in caso di caduta dell' esecutivo giallorosso, non ci saranno altre strade da percorrere per evitare la fine anticipata della legislatura. Ciò ridimensiona le voci su un possibile cambio a Palazzo Chigi. Dove si era ipotizzata una guida Pd (tipo un Dario Franceschini) con il sostegno di una maggioranza più larga, che includesse anche Forza Italia.
Ma Berlusconi non sembra interessato. Ritiene che Conte finirà per soccombere sotto le macerie della crisi economica che seguirà a quella sanitaria.
E prevede che l' esecutivo non reggerà l' urto delle elezioni regionali, programmate per l' autunno, quando, salvo miracoli, i Cinquestelle finiranno per sparire ancor di più dalla mappa politica. A quel punto, il Cav potrebbe giocarsi le sue carte.
Non oggi. E, comunque, sempre in accordo con gli alleati.
Allo stato, Silvio non ha alcuna utilità a rompere con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Litigare no, ma smarcarsi sì.
E lo si è visto sul Mes. Dove Forza Italia ha assunto una linea molto aperturista, nettamente diversa da quella della destra sovranista. Una mossa azzeccata, ha commentato Silvio con i suoi, che ha offerto a Fi un piccolo rimbalzo nelle performance settimanali dei sondaggi.
Allora è possibile che arrivino altri aiutini al governo. Ma sempre tenendosi le mani libere, senza stringere patti organici con Conte. Ieri, per esempio, Forza Italia ha votato con Pd e Italia Viva per la libertà di culto e la possibilità di celebrare messa. Un tema, comunque, su cui anche Lega e Fdi erano d' accordo. Quanto al resto, si vedranno i contenuti del decreto Maggio e si valuterà caso per caso.

 

 

 

Meno statalismo - «Non è di statalismo che abbiamo bisogno», ma «di più liberismo» semmai e «una crisi economica devastante potrebbe avere effetti ancora più drammatici del coronavirus, persino in termini di vite umane», dichiara il Cav in una lunga intervista al Giornale. «Il governo sta facendo troppo poco e troppo tardi». Ci vuole «un patto fiscale» tra cittadini e Stato «per chiudere tutti i conti in atto», mentre il decreto liquidità è «un modo inadeguato» per realizzare «un' idea che noi per primi avevamo proposto», cioè che «lo Stato garantisse con le banche i prestiti alle imprese in difficoltà», ma «le norme approvate sono macchinose«.
Sulla politica italiana Silvio dice che le manovre tattiche «vengono molto dopo gli italiani che soffrono». Con questo governo e con questa maggioranza, ribadisce Berlusconi, va esclusa «ogni possibilità di fare accordi politici», ciononostante «proviamo a dare una mano nell' emergenza a chi ha il compito di guidare il governo, chiunque sia» e questo, sottolinea il leader di FI, «non ha alcun significato politico».

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