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Alfonso Bonafede, "margine risicato". Retroscena Renzi: vota la mozione di sfiducia del centrodestra?

Brunella Bolloli
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Si mette male per Dj Fofò, alias Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia, che finora non ne ha azzeccata una e sul quale pende una mozione di sfiducia del centrodestra che sarà discussa mercoledì in Senato. Ieri il grillino si è sottoposto al fuoco di fila delle domande dei colleghi parlamentari in commissione Giustizia alla Camera. Volevano sapere tutto sul pasticcio dei boss mafiosi rimessi in libertà, dopo che da vent’anni ci si riempie la bocca con la lotta contro la mafia e il Movimento era in prima linea.

 

 

 

Bonafede ha risposto dando i numeri nella sala del Mappamondo di Montecitorio. «Sono 498 i detenuti al 41bis o in alta sicurezza che sono stati scarcerati con provvedimenti dei giudici. Di questi, 4 sono quelli che erano sottoposti al regime del carcere duro, 253 in attesa di giudizio sono agli arresti domiciliari, 195 in detenzione domiciliare, 35 affidati al servizio sociale, 5 in forza della legge 199/2010 e 6 ai sensi del decreto Cura Italia», ha esordito. «Non c’è uno scaricabarile sulla magistratura di sorveglianza», si è difeso, «non commento le scelte dei giudici. In un periodo di emergenza sono state assunte delle decisioni, di cui prendo atto».

Così è iniziato l’intervento del ministro M5S sul quale non si placano le polemiche in merito al caso del pm Nino Di Matteo (l’offerta al giudice simbolo della legalità di diventare capo del Dap su cui poi c’è stata una retromarcia), nonché, appunto, sulle scarcerazioni “facili” di mafiosi e 'ndranghetisti, disposte dalla magistratura di sorveglianza in ragione del rischio contagio, alle quali il governo ha cercato di rimediare per decreto, lo scorso weekend, rimandando dentro qualche boss.

«Ad oggi sono 110 i detenuti positivi al Coronavirus, 3 sono i ricoverati e 98 guariti», ha aggiunto il Guardasigilli, «purtroppo deve essere segnalato il decesso di una persona». La quasi totalità dei malati si trova nelle aree geografiche più colpite dal Covid, Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta.

Più in generale, ha precisato il grillino, si registra che «alla data del 2 marzo 2020, picco massimo, la popolazione carceraria in Italia era di 61.235 reclusi, mentre al 12 maggio 2020 risultano in carico agli istituti di detenzione 53.524 persone, di cui 52.712 effettivamente presenti».

Il problema del sovraffollamento è costante, infatti, ha assicurato l’inquilino di via Arenula, «sono già 400 i posti nuovi resi disponibili nelle Case circondariali di Lecce e Parma e a maggio anche nuovi padiglioni a Trani e Taranto saranno attivi». Ma oltre allo spazio in cella per i delinquenti, il pentastellato deve pensare al suo di posto. Incombe la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra che sarà discussa il 20 maggio e qui gli occhi sono puntati sui renziani di Italia Viva che fanno parte della maggioranza ma non vedono l’ora di sgambettarla. Matteo Renzi, infatti, non si sbilancia: «Ascolteremo le parole del ministro e poi decideremo cosa fare». Morale. Il fedelissimo di Conte rischia perché la maggioranza a Palazzo Madama ha un margine di 6-11 voti e i 17 senatori renziani potrebbero essere decisivi.

Del resto Bonafede (da ragazzo era Dj Fofò a Mazara Del Vallo), finora non ha brillato al vertice del dicastero di via Arenula e non è solo l’opposizione a dirlo. Una parte di Pd e Iv vorrebbe sostituirlo, i penalisti di mezza Italia lo reputano inadeguato per certe sue sparate e pure l’ampia truppa della magistratura onoraria, già molto penalizzata dal decreto Orlando del 2017, aspetta ancora che alle parole seguano i fatti.

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