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Fase 2, Giuseppe Conte: la conferenza tra "rischio calcolato" e il decreto Rilancio ritardatario

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L’attesissima conferenza stampa di Giuseppe Conte si è rivelata un monologo soporifero. Il premier non ha fatto altro che elencare le misure che verranno prese a partire da lunedì 18 maggio, giorno in cui inizierà la fatidica fase 2. In pratica ha ripetuto ciò che era già noto da giorni e ha parlato di “rischio calcolato”, che dobbiamo accettare per far sì che il Paese riparta. La responsabilità, però, stavolta non sarà del governo: “Gli enti locali dovranno assumersi le loro responsabilità. Le Regioni dovranno far rispettare le regole di distanziamento in tutte le attività economiche e sociali, hanno già elaborato dei protocolli che serviranno a garantire le condizioni di sicurezza”.

Insomma, il “rischio calcolato” ricadrà soprattutto sui governatori, e forse è meglio così in materia di riaperture. Conte si è poi concesso un rapido passaggio sul decreto Rilancio, tralasciando ovviamente il fatto che non sia stato ancora pubblicato in Gazzetta a distanza di giorni dall’annuncio in pompa magna. “Sono consapevole che 55 miliardi non potranno essere la soluzione di tutti i problemi economici e sociali - ha dichiarato il premier - però stiamo dando una mano a chi deve ripartire. Dobbiamo far correre l’economia, nelle prossime ore ci dedicheremo al decreto sulle semplificazioni e al piano europeo per i nuovi strumenti finanziari”. Peccato però che il testo definitivo del decreto rilancio non esiste ancora: ma Conte già guarda avanti con fiducia, beato lui. 

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