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Francesco Boccia e il rischio lockdown: "Se le regioni non saranno pronte, lo imporremo noi". Lombardia e Piemonte nel mirino

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"Più autonomia, più responsabilità". Quello del ministro Francesco Boccia, più che un consiglio alle Regioni, sembra una minaccia. Il titolare Pd degli Affari regionali, intervistato dal Fatto quotidiano, mette in chiaro i paletti dopo l'accordo tribolatissimo tra il governo e la Conferenza di regioni e Province autonome sulle riaperture. "Più i contagi vanno giù e più possono aprire, più vanno su e più dovranno chiudere. Sarà tutto trasparente e anche le responsabilità saranno chiare". Tra i parametri da tenere in osservazione "io batto molto sulla terapia intensiva: già oggi i posti in Italia sono passati dal picco di 9.500 a 8.100. Sono scesi perché la sanità privata sta tornando a fare il suo mestiere, ma le Regioni, rispetto a febbraio, devono raddoppiare i letti 'pubblici' in modo permanente".

 

 

 

E se le regioni non interverranno tempestivamente, allora sarà il governo a stabilire il nuovo lockdown. Un decreto che sembra cucito su misura su Lombardia e Piemonte, le due regioni (a guida centrodestra) più in sofferenza dal punto di vista dei contagi, anche se le altre due regioni oltre alla Lombardia ad essere inserite nella griglia del governo dentro il "rischio medio" e non "basso" sono, un po' a sorpresa, Umbria e Molise.

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