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Stefano Bonaccini "confessa" a L'aria che tira: "Giuseppe Conte? Linee guide per la riapertura incompatibili"

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"Che cosa è successo tra venerdì e domenica?". La domanda viene girata da Myrta Merlino a L'aria che tira al governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Si parla "dei litigi col governo" sull'ultimo decreto e la riapertura. E Bonaccini ci mette molto prima di piazzare la stoccata contro il governo e Giuseppe Conte, ma in definitiva ci arriva. "Io non litigo mai con nessuno, ho il dovere di provare a comporre diverse posizioni per il mio ruolo in conferenza Stato-Regioni - premette il piddino. Però più che le parole andrebbero giudicati i fatti, e i fatti dicono che abbiamo trovato un accordo prima tra le regioni, con i vari protocolli da attuare per i diversi comparti economici che riapriranno. E questa non mi sembra una cosa da poco".

A quel punto la Merlino lo incalza: "Sì, ma l'accordo è stato trovato proprio all'ultimo momento. Questo weekend non ha aiutato la chiarezza del quadro", sottolinea la giornalista, riferendosi al fatto che si è arrivati al 18 maggio nel caos più totale e con molti negozi ancora chiusi perché le linee guida vengono reputate troppo restrittive o inattuabili. "Sì, su questo ha ragione - riprende Bonaccini -. Nel senso che come sempre qualche giorno in più a disposizione servirebbe, però le posso dire che in questa regione, nei primi giorni della settimana scorsa, avevamo già firmato i protocolli con sindacati, associazioni economiche ed enti locali. Eravamo pronti a partire dappertutto una volta che col governo avessimo trovato l'accordo". 

"Bisogna muoversi così nelle regioni, bisogna darsi da fare per prima preparare linee guida compatibili. Mi permetto di dire che al governo una cosa abbiamo detto: una volta che si debba garantire la tutela della salute delle persone, dei lavoratori e dei potenziali clienti, bisognava che le linee guida fossero compatibili con il poter riaprire. Tutte le associazioni di categoria economica hanno detto che con quelle previste non era possibile", conclude Bonaccini con un carico da novanta contro il governo.

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