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Recovery Fund, Giorgia Meloni: "Europa, qualcosa si muove". Un "azzardo" per insidiare Matteo Salvini?

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"Qualcosa in Europa si muove, quello che è successo oggi è sicuramente un passo in avanti". A dirlo non è Giuseppe Conte, ma Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia, di fronte ai settecentocinquanta miliardi stanziati dall'Ue, di cui all'Italia dovrebbero finirne in tasca 80 a fondo perduto e 90 come prestiti, si produce in un piccolo passo indietro. "Se qualcosa si è mosso - premette però in un'intervista a La Stampa sul cosiddetto Recovery Fund (fondo per aiutare i paesi a uscire dall'emergenza coronavirus) - penso sia stato anche per le nostre critiche e punzecchiature. Detto questo sì, 500 miliardi a fondo perduto sono pochi. Non lo dico io: è stato il commissario Gentiloni a parlare di 1500 miliardi".

La più sovranista tra le sovraniste non nasconde infatti anche alcuni dubbi: primo tra tutti il fatto che i dettagli sono ancora un mistero. "Il secondo - prosegue - è legato alla tempistica, perché a noi quei soldi servono subito, vanno usati ora per salvare famiglie e imprese dal disastro che abbiamo di fronte. Se ce li danno il prossimo anno e magari li spalmano su sette annualità, stiamo freschi! Quello che proveranno a salvare sarà già morto. Poi, se sono vincolati ai programmi europei precovid, vuol dire che lorsignori non hanno compreso che il mondo è cambiato". 

 

 

Non solo, perché quanto accaduto ieri, mercoledì 27 maggio, fa capire chi davvero comanda all'interno dell'Europa, ossia Germania e Francia. Sono state loro due a esortare la commissione Ue sugli aiuti ai paesi in difficoltà. "Loro - mette subito le mani avanti la Meloni - non lo hanno fatto per generosità. Semplicemente senza di noi l'Europa non esiste. E se la 'mucca' europea muore, non fa più latte soprattutto per loro. Non se lo possono permettere, mi creda non è europeismo". Poi la leader di FdI spezza anche una lancia a favore di Conte, ammettendo senza troppi giri di parole che "qualcosa ha ottenuto". Ma d'altronde - prosegue - "Conte è il premier di uno dei sette Paesi più industrializzati del mondo, ha un potere contrattuale enorme. Solo non credo ne sia pienamente consapevole". E chissà che la Meloni non abbia voluto lanciare un'ultima sfida a Matteo Salvini, smarcandosi un poco più di lui dalle posizioni anti-europeiste. Forse un azzardo, forse una mossa lungimirante. Per certo un tentativo che, se avesse esito positivo per FdI, potrebbe ulteriormente livellare i rapporti di forza nello schieramento di centrodestra.

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